Quali saranno gli impatti dell’emergenza sanitaria e del lockdown sull’insegnamento e l’apprendimento? È uno degli interrogativi che guidano la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, che si celebra l’8 settembre.
Era il 23 febbraio e molte regioni della Penisola diramavano l’avviso di chiusura delle scuole con la sospensione di tutte le attività didattiche.
Da quel giorno sono passati quasi sette mesi e la riapertura degli istituti è imminente. Dopo lunghi dibattiti sulla didattica a distanza, le barriere in plexiglass e le lezioni in modalità mista, finalmente gli oltre otto milioni di studenti torneranno sui banchi di tutte le scuole e le università italiane.
Ma quali saranno gli impatti dell’emergenza sanitaria e del lockdown sull’insegnamento e l’apprendimento? Questo è uno degli interrogativi che guidano la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, istituita nel 1967 dall’Unesco e celebrata l’8 settembre.
Ogni anno, in onore di questa ricorrenza, si svolgono eventi in tutto il mondo per ricordare l’importanza dell’alfabetizzazione come fondamento dei diritti umani e della dignità individuale. Nonostante i progressi compiuti, però, le sfide di alfabetizzazione persistono ancora per almeno 773 milioni di adulti in tutto il mondo.
Non si tratta solo di leggere, scrivere e far di conto, ma anche di quel fenomeno denominato “analfabetismo funzionale”. Un’espressione che fa riferimento a quelle persone che, nonostante siano state istruite, non sono più in grado di usare la lettura, la scrittura e la capacità di calcolo per il proprio sviluppo cognitivo e quello della comunità.
In Italia il problema è piuttosto acuto: secondo un’indagine Piaac-Ocse, infatti, la popolazione è vittima di analfabetismo funzionale nel 47% dei casi e una persona su tre fa parte della fascia over 55.
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