Nel 2023 sono stati 9.761.000 i cittadini che hanno chiesto un prestito o un aiuto economico. Lo hanno ricevuto 9.418.000, ovvero il 96,5%. Il 35,2% ha dovuto pagare gli interessi e il 25,3% ritiene che questi siano stati più elevati o molto più elevati rispetto al tasso applicato dalla propria banca.
C’erano una volta le cambiali con il loro imperativo “Pagherò”, incubo di tanti italiani che in passato hanno trainato l’economia anche grazie a queste. Il frigorifero nuovo? Compriamolo con le cambiali! La macchina? Stessa cosa. E via dicendo, da un oggetto di benessere ad un altro. In mezzo, un equilibrio difficile da rispettare, sospesi come funamboli sulla linea tra entrate e uscite. Ma come si comportano oggi gli italiani con il famigerato prestito? Quando e perché lo richiedono Una risposta arriva dall’Istat. Nell’ambito delle attività e delle priorità dell’Osservatorio Nazionale contro l’usura, infatti, il nostro Istituto Statistico ha indagato il fenomeno delle richieste di aiuto economico da parte dei cittadini.
Prestito: un’arma a doppio taglio
I prestiti rappresentano uno strumento finanziario molto diffuso, usato da milioni di persone ogni anno. Che si tratti di acquistare una casa, un’auto, di far fronte a un’emergenza o semplicemente di realizzare un desiderio, il credito offre una soluzione immediata. Non tutti i prestiti però sono uguali e non tutti vengono richiesti per le stesse ragioni. Da un lato, ci sono coloro che vi ricorrono per soddisfare bisogni primari, come pagare le spese mediche, affrontare una perdita di lavoro o riparare la propria abitazione. In questi casi, il prestito rappresenta un’ancora di salvezza, un modo per far fronte a situazioni difficili e ristabilire la propria stabilità economica. Dall’altro il prestito può assumere una sfumatura “voluttuaria”, portando ad un eccessivo indebitamento e compromettendo la propria capacità di risparmiare per il futuro.
In Italia, nel 2023, circa 10 milioni di cittadini (9 milioni 762mila, pari al 23,1% con età compresa tra i 18 e 74 anni) per far fronte a momenti di particolare difficoltà o mancanza di liquidità hanno chiesto nei 12 mesi precedenti all’intervista Istat un prestito o un aiuto economico. La richiesta è stata fatta a familiari, amici, vicini di casa, società finanziarie, banche (inclusi i servizi bancari della posta) o ad altre persone. Non risultano differenze significative tra maschi e femmine. L’incidenza invece è più elevata tra i cittadini stranieri (39,8%) rispetto quelli italiani (22,4%).
Circa la metà dei cittadini quando ha bisogno di aiuto si rivolge alla famiglia
Resta la famiglia il principale destinatario delle richieste di aiuto economico. A lei si sono rivolti circa 5 milioni 344mila cittadini. Oltre 3 milioni (circa 3 milioni 69mila) hanno chiesto invece alle banche. In circa 2milioni 213mila alle società finanziarie, oltre 700mila (circa 722mila) agli amici o ai vicini di casa e circa 235mila ad altre persone.
A chiedere un prestito o un aiuto economico è soprattutto la classe d’età compresa tra i 18 e i 44 anni (28,5%), senza differenze significative: 27,1% tra 18 e 24 anni, 28,6% tra 25 e 34 anni, 29,1% tra 35 e 44 anni. C’è poi un aspetto singolare: al crescere dell’età diminuiscono i cittadini che chiedono un aiuto economico. Sono poco più di un quarto (22,9%) dei 45-64enni e il 14,5% dei 65-74enni.
Le richieste di aiuto alla famiglia sono più diffuse nelle Isole
Alla famiglia si rivolgono soprattutto i cittadini tra 18 e 44 anni (19,5%) rispetto ai 45-64enni (9,3%) e ai 65-74enni (4,1%). Alle società finanziarie si rivolgono, invece, più spesso i cittadini nella fascia centrale di età, tra i 45 e i 64 anni (6,7%) rispetto ai cittadini fino ai 45 anni (4%) e a quelli dai 65 ai 74 anni (4,3%). Il ricorso alle banche, quindi, risulta più elevato nelle classi di età centrali. Riguarda, infatti, solo il 2,3% dei 18-24enni e il 7,3% dei 25-34enni, contro il 9,3% dei 35-44enni e l’8,4% dei 45-64enni, per poi ridursi a 5,1% tra i 65-74enni.
Le richieste di aiuto sono più diffuse nelle Isole (26,3%) e nel Sud (25,7%), segue il Centro (24,2%), mentre si collocano sotto la media il Nord-est (20,9%) e il Nord-ovest (20,3%). Tra le regioni spiccano la Puglia (28,4%), il Lazio (27,6%) e la Sicilia (27,3%); sopra la media anche la Calabria, la Campania, l’Umbria e l’Emilia Romagna. Alla famiglia si sono rivolti in prevalenza gli abitanti dell’Umbria, della Puglia e della Sicilia.
Le richieste di prestito salgono tra chi non lavora o ha contratti a tempo determinato
Ovviamente sono le persone in cerca di occupazione, più degli occupati e degli inattivi, a chiedere una qualche forma di aiuto economico. Si tratta del 34% dei primi, rispetto al 24% e al 20,6% dei secondi. Non ci sono differenze significative tra gli occupati dipendenti e gli autonomi. Rilevante è invece la tipologia di contratto dei lavoratori dipendenti: mentre ha chiesto un aiuto economico il 31,2% dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato, la percentuale scende al 22,8% tra quelli con contratto a tempo indeterminato.
Alla famiglia ha chiesto aiuto una quota decisamente superiore di persone in cerca di occupazione (24,4%) rispetto agli occupati e agli inattivi (12,1%). Chiedono più spesso aiuto alle società finanziarie sia gli occupati (6%) sia i cittadini in cerca di occupazione (6,4%) rispetto agli inattivi (4%). Si rivolgono invece alle banche con maggior frequenza gli occupati (9,1%) rispetto ai cittadini in cerca di occupazione (4,8%) e agli inattivi (5%).
La richiesta di un prestito o di un aiuto economico è più diffusa tra chi ha un titolo di studio di scuola secondaria: sono il 24,7% dei diplomati, a seguire i cittadini con titolo fino alla licenza media (23,1%), e in misura inferiore i laureati o in possesso di un titolo ancora superiore (19,7%). Le persone che si dichiarano insoddisfatte della propria condizione economica hanno chiesto più delle altre un aiuto economico o un prestito, 47,6%, contro il 26,1% di quelle mediamente soddisfatte e il 13,8% di quelle molto soddisfatte.
Il 15,9% dei cittadini ha chiesto un prestito o un aiuto economico a più soggetti
Circa 8 milioni 206mila cittadini – l’84,1% di quanti hanno chiesto almeno un prestito/aiuto – si sono rivolti ad un unico soggetto. Sono invece circa 1 milione 557mila coloro che hanno operato una richiesta combinata rivolgendosi a più di un soggetto. È il 15,9% di quanti hanno chiesto almeno un prestito/aiuto.
Il 42,9% dei cittadini che hanno chiesto un prestito/aiuto economico si è rivolto solo alla famiglia. Un quinto (20,7%) dei cittadini ha considerato le banche come canale unico e il 14,9% le società finanziarie. È meno frequente rivolgersi agli amici/vicini così come ad “altre persone” in maniera esclusiva.
Chi è insoddisfatto della propria situazione economica chiede più di frequente aiuto esclusivamente agli amici/vicini di casa (23,7%) e alla famiglia (20,7%). Chi al contrario ha un livello alto di soddisfazione economica si rivolge in misura maggiore alle società finanziarie (35,1%) e alle banche (34,3%). Ci si rivolge ad “altre persone” sia in caso di livelli di soddisfazione elevata (29,6%), sia in caso di insoddisfazione in generale (23,4%).
Chi si rivolge alla famiglia lo fa più di frequente in maniera esclusiva (78,4%), così come accade per chi si rivolge alle banche (inclusi i servizi bancari della posta) e alle società finanziarie (rispettivamente il 65,9% e il 65,8% di richieste esclusive). Quando ci si rivolge ad altre persone o agli amici/vicini di casa, invece, più spesso la richiesta viene rivolta in maniera combinata anche ad altri soggetti/servizi.
Sud e Isole più restii a chiedere aiuto a più soggetti
Tra i cittadini che hanno chiesto aiuto a più di un soggetto/servizio, un numero considerevole, circa 1 milione 304mila (l’83,8%) si è rivolto a due soggetti/servizi, il 14,7% a tre soggetti e l’1,5% fino ad un massimo di quattro soggetti. Quasi tutti i cittadini delle Isole (98,2%) si fermano a chiedere l’aiuto economico al massimo a due soggetti, mentre è tra i cittadini del Nord-ovest che è maggiore il peso di quelli che si rivolgono a tre soggetti (25,8%).
Considerando le combinazioni più frequenti, tra chi ha chiesto aiuto a due soggetti/servizi, il 38,4% dei cittadini lo ha fatto chiedendo alla famiglia e alle banche, il 23,5% rivolgendosi sia alle banche sia alle società finanziarie e il 18,3% alla famiglia e alle società finanziarie. Il ricorso alla famiglia, tra chi ha chiesto a due soggetti/servizi, è prevalente (69,7%) e coinvolge circa 905mila cittadini.
Al secondo posto le richieste di aiuto alle banche
Sono le banche, dopo la famiglia, a rappresentare il servizio a cui i cittadini si rivolgono di più per chiedere un prestito. A queste si sono rivolti oltre 3 milioni di cittadini, nel 65,9% dei casi in maniera esclusiva, mentre nel 34,1% dei casi chiedendo aiuto anche ad altri soggetti. Tra chi ha chiesto aiuto sia alle banche sia ad altri, il 67,3% si è rivolto anche ai familiari, il 7,4% agli amici/vicini di casa e il 42,6% alle società finanziarie. Il 3% ha chiesto aiuto anche ad “altre persone”.
Quando le banche non concedono il prestito, il ricorso agli altri soggetti aumenta. Ricorre ai familiari, infatti, il 76%, alle società finanziarie il 72,8%, agli amici/vicini di casa il 16,2% e ad “altre persone” il 5,7%. La differenza più marcata tra chi ha ottenuto il prestito dalle banche e tra chi non l’ha ottenuto in relazione al ricorso ad altri soggetti, è registrata in relazione al ricorso alle società finanziarie, nell’ordine di 30 punti percentuali, e a seguire rispetto al ricorso ai familiari e amici/vicini di casa, nell’ordine di 10 punti percentuali. Ad “altre persone” invece ci si rivolge sostanzialmente in maniera uguale, indipendentemente dal fatto che la banca abbia concesso o meno il prestito richiesto.
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