Il report “Le molestie: vittime e contesto” dell’Istat offre un’analisi dettagliata delle molestie sul lavoro in Italia, concentrandosi sulle vittime e sulle circostanze in cui si verificano.
Le vittime delle molestie sul lavoro: principalmente donne
Il report rivela che sono 2,322 milioni le persone tra i 15 e i 70 anni che hanno subito molestie sul lavoro almeno una volta nella vita e l’81,6% è donna (pari a 1 milione e 900 mila). Si tratta principalmente di sguardi offensivi, offese, proposte indecenti, fino ad atti più gravi come la molestia fisica. Dopo aver confrontato i dati con riferimento al genere, il report Istata riporta che, nel corso della vita, le donne sono state vittime di molestie 4,5 volte in più rispetto agli uomini.
Le fasce giovani più colpite dalle molestie sul lavoro
I giovani, entrati da poco nel mondo del lavoro, sono più colpiti: il 12% tra i 15-24enni e il 10,8% dei 25-34enni. Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente le giovani donne (21,2% nella fascia tra i 15 e i 24 anni, contro il 4,8% dei coetanei uomini). Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini).
I tipi di molestie
Tra le offese ricevute si riportano sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio; la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono; scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata; avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social; e-mail o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati. Una percentuale inferiore, invece, riporta molestie di natura fisica. Inoltre, chi dichiara di utilizzare internet per lavoro o scuola riporta un maggior rischio di ricevere insulti e offese. Un rischio che è più alto anche per chi usa internet nell’ordinare o comprare merci o servizi.
Posizione lavorativa e livello di istruzione incidono sulle molestie sul lavoro
Subire molestie è un fenomeno che varia non solo a seconda del genere e dell’età, ma anche in base al titolo di studio. Sia le donne sia gli uomini con titolo di studio elevato nel corso della vita sono più esposti al rischio: il 14,8% delle donne di 15-70 anni di età in possesso di una laurea le subisce, contro il 12,3% di quelle che possiedono un titolo medio basso. Per gli uomini le rispettive percentuali sono pari al 3,2% e il 2,2%. Inoltre, osservando la posizione professionale delle vittime, per gli uomini prevalgono le posizioni apicali, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti con il 4,4% e i lavoratori in proprio (3,4%), mentre tra le donne sono più a rischio le operaie (16,4%) e le impiegate e i quadri direttivi (15,0%).
Chi mette in atto le molestie
L’autore delle molestie sulle donne è per lo più un collega maschio (37,3%) o una persona con cui ci si relaziona nel corso della propria attività lavorativa, come un cliente, un paziente o uno studente (26,2%). Per le molestie subite dagli uomini sono le colleghe donne ad essere indicate come autrici nel 26,4% dei casi e i colleghi uomini nel 20,6%. I capi e i supervisori autori di molestie sono circa il 10% per le donne e il 4,2% per gli uomini. Tuttavia, mentre le prime sono vittimizzate quasi totalmente da capi maschi, i secondi lo sono in misura del tutto simile da uomini e donne. In un quinto circa dei casi, le vittime, sia maschi sia femmine, affermano che hanno subito più molestie dalla stessa persona.
Gli episodi di molestia ripetuti nel tempo
Per le donne la ripetitività ha un’incidenza maggiore rispetto agli uomini. L’80% delle donne, infatti, ha subito più volte le molestie nell’arco di tempo delle rilevazioni, rispetto al 60% degli uomini. Sia uomini sia donne denunciano di rado: tra le donne, solo il 2,3% ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Sul posto di lavoro le vittime donne si sono rivolte a consulenti nell’8% dei casi, direttamente al datore di lavoro o al loro superiore (14,9%) o si confidano con i colleghi di lavoro (16,3%).
Anche gli uomini si rivolgono in prevalenza ai colleghi (14,8%), cui segue il datore di lavoro o il superiore (8,8%), nonché alla figura che ha la responsabilità di intervenire quando si verificano questi fatti (6,8%). Si tende maggiormente a riportare alla cerchia di amici, parenti e familiari (41,5% le donne e 31% gli uomini), mentre non ne ha parlato con nessuno il 24,8% delle donne e il 28,7% degli uomini. Gli uomini tendono a considerare più lieve la gravità degli episodi subiti rispetto alle donne.
Inoltre, scarseggiano la mancanza di punti di riferimento in casi di molestia sessuale sul lavoro. L’86,4% del campione afferma che non c’è una persona a cui rivolgersi per denunciare o avere supporto nel caso subissero molestie. Il 69,7%, infatti, non saprebbe cosa fare. La risposta è prevalentemente negativa sia che si tratti di donne (il 64,8% di queste risponde negativamente) che di uomini (73,6% tra gli uomini).
Differenze territoriali
Il fenomeno delle molestie sul lavoro presenta differenze territoriali, più per le donne che per gli uomini. Per le prime, è minore il fenomeno nel Nord-est (9,7%) mentre livelli più elevati si riscontrano nel Nordovest (14,9%), seguito da Centro, Sud e Isole, che si attestano tutti intorno al 14%. Osservando le regioni prevale il Piemonte (20,3%), seguito da Umbria (16,0%), Sicilia (15,8%), Campania (15,7%) e Lazio (15,1%). Simile andamento si registra anche nel caso degli uomini, ma con una più marcata presenza delle regioni del Centro (3,7% contro il valore medio del 2,4%), su cui pesa l’impatto del Lazio (5,3%).
A livello europeo si va da oltre il 50% di donne che hanno subito molestie sul posto di lavoro nel corso della vita in Finlandia e in Slovacchia ai valori minimi di Lettonia (11,1%), Bulgaria, Portogallo (entrambi i Paesi 12%) e Polonia (13%), cui segue l’Italia.
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