Ridurre le temperature nelle aree urbane è diventata una priorità per salvaguardare i cittadini dalle isole di calore
Per questo è nata persino una nuova figura professionale: il ‘chief heat officer’. Si tratta di uno specialista del contrasto alle alte temperature, che collabora con le amministrazioni delle metropoli per le nuove costruzioni e la pianificazione delle aree verdi.
La nascita di una professione contro le isole di calore
Sette specialisti sono già al lavoro a Miami, Los Angeles, Santiago del Cile, Melbourne, Dhaka, Freetown e Atene per piantare alberi, creare nuovi parchi, liberare corsi d’acqua e aprire “corridoi del vento” fra i palazzi. L’obiettivo è di contrastare gli effetti crescenti del caldo estremo.
La figura del ‘chief heat officer’ è stata lanciata tre anni fa dall’Atlantic Council, un think tank americano che ne ha finanziato l’istituzione. La proposta è arrivata a diverse municipalità fra quelle che più stanno soffrendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Una di queste è Delhi, dove fra maggio e giugno le temperature hanno raggiunto più volte i 50°, provocando oltre 70 vittime. Ma anche La Mecca, dove il caldo ha portato alla morte oltre 1.300 persone durante il pellegrinaggio di metà giugno.
Le idee per fronteggiare il caldo negli spazi urbani
Le isole di calore si formano nelle città a causa dei materiali di costruzione di edifici e strade, ossia cemento, acciaio e asfalto. Ma anche dalle emissioni di auto e condizionatori, che contribuiscono all’innalzamento della temperatura. Sotto il sole le strade possono raggiungere i 75° e il cemento i 65°, mentre la temperatura di un’area verde non supera i 42°. Per questo la prima misura per abbassare il livello di calore è ricorrere a maggiore vegetazione, dato che piantare alberi intorno a una costruzione può ridurre anche del 50% l’uso dell’aria condizionata.
A Melbourne la ‘chief heat officer’ ha proposto di piantare 3mila nuovi alberi all’anno, con l’obiettivo di far scendere di 4° i picchi di calore. A Medellin, in Colombia, si sta creando una rete di 30 percorsi ombreggianti attraverso la città con migliaia di alberi lungo i marciapiedi per consentire alle persone di spostarsi all’ombra.
A Los Angeles si verniciano i tetti di bianco e si comincia a usare il calcestruzzo chiaro al posto dell’asfalto, allo scopo di riflettere fino al 50% di luce in più. A Freetown, in Sierra Leone, sono state progettate delle coperture ombreggianti dotate di pannelli solari per i più grandi mercati urbani.
Il caldo record
Il 2023 è stato l’anno più caldo dal periodo preindustriale, e anche il 2024 non sembra essere da meno. La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi è stata la più alta mai vista, superando con 1,6° il limite fissato dagli Accordi di Parigi. Una soglia già abbondantemente superata dall’Europa con 2,3°.
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