Isabel Allende compie 80 anni oggi. Nel corso della sua vita ha saputo raccontare le esperienze del proprio vissuto e quelle di altre donne all’interno degli oltre 75 milioni di libri venduti. Da “La casa degli spiriti” – il suo romano più famoso – ha testimoniato, attraverso le parole, i mutamenti storici, le questioni politiche e sociali, senza dimenticare l’amore. Il suo sguardo sul mondo è retto da un caposaldo indissolubile: la tutela dei diritti delle donne e dei deboli. Un principio su cui si basa la sua storia, il suo coraggio e la sua forza, ma anche il successo e la fama.
La casa del nonno e lo zio Salvador Allende
Isabel Allende è una scrittrice, una femminista, una giornalista. Ma è anche una delle interpreti più importanti della letteratura ispano-americana. Nasce in Perù nel 1942 e ha appena 3 anni quando i genitori si separano portando lei, sua madre e i suoi fratelli a trasferirsi a Santiago del Cile. Lì, grazie allo zio Salvador Allende, può condurre una vita agiata e senza stenti. Quando suo nonno si ammalerà, la sua casa sarà al centro di uno dei romanzi più belli e significativi della scrittrice cilena. “La Casa degli spiriti”, infatti, diventerà best seller e successivamente un capolavoro cinematografico.
La madre si risposa con un diplomatico e Isabel, insieme alla sua famiglia, dovrà viaggiare cambiando città e continenti: dal Cile andrà in Bolivia, poi in Europa e infine in Libano. Di nuovo in Cile sposa Michael Frías: dal loro amore nascono Paula e Nicolas. E sono proprio le vicende legate a Paula e al dolore della sua malattia che le danno l’ispirazione per altri due capolavori letterari. La figlia, infatti, si ammala, resta in coma a lungo e nel 1992, purtroppo, muore. “Paula” e “Per Paula” sono testi che trasudano amore incondizionato e viscerale, parole struggenti che penetrano animi e scalfiscono coscienze. Dopo il divorzio con Frías, nel 1988 ha sposato William Gordon dal quale si separa nel 2016.
In un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, Isabel Allende ha raccontato:
“Mi sono separata da mio marito, dopo 27 anni di matrimonio. Per molti anni sono stata molto innamorata di lui, poi è finita. Ho dovuto lasciarlo andare e con lui la vita trascorsa assieme. Ho dovuto lasciare le proprietà che avevamo in comune. Tutto. La grande casa, i mobili. Poi è morto anche il mio cane che era con noi da 15 anni. Che metafora! La vita del mio cane è finita assieme al mio matrimonio. Mio marito e io abbiamo pianto il nostro cane, ma non siamo riusciti a piangere per noi”
L’impegno a difesa dei diritti delle donne
Dopo la morte della figlia Paula ha dato vita, in suo onore, a una fondazione di beneficenza dedicata alla protezione ed emancipazione di donne e ragazze. La fondazione ha concesso sovvenzioni a più di cento organizzazioni senza scopo di lucro in tutto il mondo. Ha ricevuto quindici lauree honoris causa, di cui una dall’Università di Harvard, ed è stata inserita nella California Hall of Fame. Nel 2000 ha partecipato alla vasta campagna di sensibilizzazione mondiale “Respect” promossa dall’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. La campagna ha celebrato allo stesso tempo i primi cinquant’anni di attività dell’agenzia e i 50 milioni di rifugiati che sono riusciti a ricostruirsi una vita nella nuova terra d’adozione.
“Non esiste femminismo senza indipendenza economica”
Nel 2014 il presidente Barack Obama l’ha insignita della Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile nella nazione, e nel 2018 ha ricevuto la Medaglia d’Onore dal Premio Nazionale del Libro, per il suo contributo al mondo delle lettere americane. In tutta la sua carriera, infatti, Isabelle Allende ha scritto 25 opere tradotte in 42 lingue. Nel giorno del suo 80esimo compleanno, vogliamo ricordare una delle sue frasi più celebri che bene incarnano il mito della donna, della scrittrice e dell’attivista:
“Ho sempre avuto ben chiaro che dovevo lavorare, perché non esiste femminismo che si rispetti che non sia basato sull’indipendenza economica”.
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