Una condizione che aumenta il rischio di incorrere in patologie cardiache e vascolari. Per scongiurare il pericolo è fondamentale seguire uno stile di vita sano.
Sono circa 15 milioni gli italiani che convivono con l’ipertensione, una compagna silenziosa e inosservata nella metà dei casi, secondo le stime degli specialisti. Stando ai dati diffusi dalla Siia (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), infatti, ad avere la pressione alta è in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Ma quando possiamo definire “alta” la pressione arteriosa? Chi è più a rischio e cosa si può fare per prevenire la comparsa dell’ipertensione?
la pressione arteriosa
Il nostro sangue ha il prezioso compito di trasportare ossigeno e nutrienti a tutti i distretti del corpo. A garantire il buon funzionamento della circolazione è il lavoro costante del cuore, che agisce come una pompa esercitando la necessaria pressione all’interno delle arterie. La pressione arteriosa si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e viene definita da due valori: la pressione sistolica o “massima”, che si ha quando il cuore si contrae e pompa il sangue nelle arterie, e la pressione diastolica o “minima”, che si ha quando il muscolo cardiaco si rilassa e si riempie di sangue.
Alta o bassa?
In generale, si indicano come livelli desiderabili di pressione arteriosa quelli che non superano i 130 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica. Ma è fisiologico che i valori cambino: ad esempio, salgono al mattino, quando compiamo degli sforzi o proviamo emozioni intense, quando è molto freddo o proviamo dolore. Al contrario, scendono con il caldo, il riposo e il sonno. Tutto normale e tutto utile al funzionamento corretto del nostro organismo. Quando allora è bene prendere provvedimenti?
Quando si può parlare di ipertensione?
La pressione è “troppo” alta quando supera i valori di 140-149 mmHg per la sistolica e/o i 90-94 mmHg per la diastolica. In questi casi viene classificata come ipertensione, di grado via via più elevato a mano a mano che i valori crescono. All’aumentare dei valori pressori aumentano, in parallelo, i rischi di malattie cardiovascolari, come infarto o ictus.
Quali pericoli si corrono
L’ipertensione non è di per sé una malattia, ma è una condizione che aumenta il rischio di imbattersi in patologie cardiache e vascolari anche gravi. I valori pressori, infatti, aumentano quando le pareti delle arterie di grosso calibro perdono la loro elasticità naturale e diventano rigide, e i vasi sanguigni più piccoli si restringono. In questa situazione il cuore si affatica, può aumentare di dimensioni e diventare meno efficiente; inoltre, si creano condizioni favorevoli all’aterosclerosi. All’ipertensione, tra l’altro, sono associati aumenti di rischio per insufficienza renale e malattie della vista.
I fattori di rischio
Nella gran parte dei casi l’ipertensione dipende da un insieme di fattori correlati: l’età, il fumo di sigaretta, l’eccesso di peso corporeo, la sedentarietà, l’ipercolesterolemia, il diabete, lo stress e la familiarità.
Le terapie
Per ridurre un’ipertensione lieve o nelle fasi iniziali può essere sufficiente correggere lo stile di vita: la dieta deve essere sana e bilanciata, con poco sale e caffè; va evitato il fumo e ridotto o eliminato il consumo di alcolici; bisogna praticare una regolare attività fisica aerobica (passeggiate, nuoto, bici). Se l’ipertensione è moderata o grave, il medico prescriverà una terapia farmacologica optando, a seconda del caso, fra diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcio-antagonisti, antagonisti del recettore dell’angiotensina II.
Lampi di luce e mal di testa
Nella maggior parte dei casi l’ipertensione non dà disturbi specifici (ecco perché una quota importante di ipertesi non sa di esserlo!). A volte, però, dà sintomi come palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, lampi di luce (fosfeni) e altri disturbi visivi. In tal caso, è bene parlare con il medico, e una semplice misurazione con gli strumenti adatti confermerà o fugherà i sospetti.
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