Un’indagine Acri-Ipsos rivela un calo nella quota di famiglie che riescono ad accantonare denaro, ma anche una diminuzione delle ansie legate alla situazione economica. Emergono differenze generazionali nelle motivazioni del risparmio e nella capacità di affrontare spese impreviste.
Il risparmio rimane un valore fondamentale per gli italiani, sebbene le motivazioni e le priorità varino a seconda dell’età. L’indagine “Gli italiani e il risparmio: 1924-2024: cento anni di cultura del risparmio” condotta da Acri e Ipsos rivela che il 46% delle famiglie italiane è riuscita ad accantonare denaro nel 2024, un dato in leggero calo rispetto al 48% del 2023. Nonostante questa diminuzione, il report evidenzia una riduzione delle ansie e delle preoccupazioni legate alla situazione economica.
Tuttavia, il 33% degli italiani ritiene di avere una capacità di risparmio inferiore rispetto alle generazioni precedenti, imputando ciò principalmente all’aumento del costo della vita (70%), alle condizioni lavorative (60%) e ai cambiamenti negli stili di vita (60%). La propensione all’investimento si è leggermente contratta, con il 34% degli intervistati che dichiara di investire parte dei propri risparmi nel 2024, rispetto al 36% del 2023. La tendenza a tenere il denaro sul conto corrente o a spenderlo rimane pressoché stabile, riguardando il 63% degli italiani.
Il comportamento dei giovani
Sotto un profilo strettamente generazionale, solo il 38% dei giovani (18 e i 35 anni) riesce ad accantonare denaro, una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale. Tuttavia, la motivazione principale dietro al loro risparmio non è tanto la sicurezza finanziaria a lungo termine, quanto piuttosto la possibilità di realizzare progetti e esperienze nel breve-medio termine. Un dato che evidenzia un cambiamento di prospettiva, con i giovani che, pur con maggiori difficoltà economiche, mantengono una visione più ottimistica sul futuro e investono nel proprio benessere immediato.
Migliora il tenore di vita
Lo studio Acri-Ipsos mette in luce un miglioramento del tenore di vita per molte famiglie, con il 49% che dichiara un miglioramento o una maggiore facilità nel mantenere il proprio tenore di vita rispetto al 44% del 2018. Si conferma la tendenza osservata negli anni precedenti: una maggioranza di italiani, abituati a risparmiare e ad adattare le proprie spese al ciclo economico, riesce a far fronte agli aumenti dei prezzi (49%). Al contrario, una minoranza (17% delle famiglie) si trova in una situazione di difficoltà economica, senza risorse di riserva e con la costante preoccupazione di non riuscire a far fronte alle spese. Il numero di individui in povertà si attesta intorno ai 5,7 milioni da diversi anni, mentre il numero di famiglie in difficoltà lavorative è in leggero aumento, passando dal 15% nel 2023 al 17% nel 2024.
Le spese in caso di imprevisti
L’indagine evidenzia anche una maggiore capacità delle famiglie di far fronte a spese impreviste: più di tre famiglie su quattro (76%) sarebbero in grado di affrontare una spesa improvvisa di 1000 euro (77% nel 2023), mentre il 38% potrebbe far fronte a una spesa di 10.000 euro (36% nel 2023). Questa capacità è maggiore tra gli abitanti del Nord Est, le persone di età compresa tra 45 e 65 anni, i laureati, le persone che ricoprono ruoli dirigenziali o sono pensionati e che in generale si dichiarano più soddisfatti della propria situazione economica.
Cautela negli investimenti
Nonostante ciò, circa due terzi degli italiani preferiscono non investire, optando per la sicurezza della liquidità, mentre un terzo investe solo una piccola parte dei propri risparmi. Si osserva una lieve crescita della propensione al rischio (9% contro il 7% del 2023), probabilmente spinta dalla diminuzione dei tassi di interesse per gli strumenti più conservativi e dalle incertezze sul mercato immobiliare.
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