Non invecchiamo tutti nello stesso modo. Esisterebbero anzi quattro diversi tipi di invecchiamento. A questa conclusione è giunta una ricerca dell’Università di Stanford.
Che fossimo diversi dal punto di vista genetico, un mix praticamente unico, che ci rende senza uguali questo lo sapevamo già. Ma che potessimo invecchiare in modo diverso c’era solo il sentore o, comunque, la percezione che fosse così, partendo ovviamente dai diversi stili di vita. È questa la conclusione alla quale è giunto un ricercatore dell’Università di Stanford, Michael Snyder, che ha scoperto come il processo di invecchiamento sia tutt’altro che lineare, ma legato al cosiddetto “invecchiotipo”
Quattro “invecchiotipi”
Secondo il genetista si invecchia secondo quattro diverse direttrici, che corrispondono ad altrettanti punti deboli: il sistema immunitario, il fegato, i reni, il metabolismo. Questi “invecchiotipi” sono solo la base di partenza per capire come vivere meglio e più a lungo, focalizzandoci sulla prevenzione e la cura della nostra parte più debole, una volta individuata.
Se gli organi e i diversi apparati del corpo umano invecchiano con velocità diverse, ci sono elementi che incidono sul processo, come fattori genetici, stili di vita, e parametri come il ricambio cellulare che contribuisce, se rapido, a mantenere giovani i tessuti.
La ricerca
Snyder ha seguito nel tempo alcuni soggetti presi come campione, e per ciascuno ha individuato l’invecchiotipo di riferimento, e con esso le patologie più spesso coinvolte nel processo di invecchiamento. Ad esempio, chi ha come punto debole il sistema metabolico, più facilmente presenta valori alterati di glicemia e colesterolo, tende ad aumentare di peso e a sviluppare con maggiore probabilità malattie cardiovascolari, obesità e diabete di tipo 2. Chi soffre di fegato ha più difficoltà nel depurare l’organismo dalle scorie e in età avanzata può sviluppare problematiche come la steatosi epatica o fegato grasso, mentre chi è debole di reni fatica a mantenere un bilancio di acqua e sali adeguato, e può sviluppare ipertensione e insufficienza renale. L’invecchiotipo immune ha una scarsa capacità di gestire infiammazioni e infezioni, e quindi tende ad ammalarsi di patologie come artrite reumatoide o sclerosi multipla.
Più invecchiotipi nello stesso soggetto
Ogni persona ha un profilo differente, che può anche presentare caratteristiche di più invecchiotipi, pur avendone uno preponderante. Individuare la parte che tende a invecchiare prima può avere conseguenze positive sulla prevenzione, perché consente di modificare il proprio stile di vita prima che si manifestino eventuali patologie. Un fattore benefico su tutti gli invecchiotipi è risultato essere il movimento.
Quando si comincia a prendere un farmaco per un problema cronico, si può cominciare a capire quello che sarà il nostro punto debole e, per quanto possibile, intervenire, ognuno secondo le proprie possibilità e condizioni.
L’epigenetica
Il futuro degli studi sulla longevità sembra dunque essere l’epigenetica, ossia la comprensione di come stili di vita e ambiente modifichino l’espressione dei geni. Snyder, che sta continuando i suoi studi, ha ipotizzato che potrebbero esserci ben più di quattro invecchiotipi, addirittura 78, uno per ogni organo del corpo umano.
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