«Sono decisamente contrario alla vecchiaia. Penso che non la si debba raccomandare a nessuno». Così la pensa Woody Allen che sceglie l’ironia per esorcizzare la sua ben nota paura di invecchiare.
Cos’è che spaventa il celebre regista americano e insieme a lui tantissime altre persone in tutto il mondo? Riempirsi di rughe, perdere la memoria, la difficoltà di movimento, la rinuncia al sesso? La buona notizia è che molte di queste paure sono infondate. O meglio, sono sovrastimate.
Sembra infatti che l’idea che la maggior parte di noi ha della vecchiaia non sia confermata dalla scienza. Ci piacerebbe poter dire che si può restare giovani per sempre. Sappiamo che non è possibile. Quel che ci suggeriscono gli esperti però è che invecchiare non è il dramma che immaginiamo. In particolare ci sono 5 miti da sfatare sulla terza età che ci aiuteranno a vedere gli anni che passano con occhi diversi. Eccoli.
1) Il decadimento fisico? È inevitabile. Falso: si può rallentare
Certo, la pelle è meno tirata, i muscoli sono meno tonici, l’andatura è meno veloce, i riflessi sono meno scattanti ecc… Dopo decenni di utilizzo l’organismo si usura. È normale. Gli scienziati però hanno dimostrato che questo processo può essere notevolmente rallentato. Come? Basta smetterla di aspettarsi il peggio, perché così facendo il peggio prima o poi arriva. Chi guarda con ottimismo gli anni che ha di fronte vive più a lungo e più in salute. Secondo uno studio autorevole le persone con aspettative positive sulla fase 3 della propria esistenza vivono 7,5 anni in più rispetto a chi vede il proprio invecchiamento come un dramma.
2) Capelli bianchi? Meglio evitare lo sport. Falso: l’attività fisica è al contrario un toccasana
Mantenersi attivi non solo è possibile, ma è doveroso. Una regolare attività fisica migliora l’umore, la massa muscolare, mantiene in forma il cervello, aiuta a non ingrassare. E chi pensa che, arrivati a una certa età, oramai sia troppo tardi per cominciare sbaglia.
Ne sono la prova i 142 adulti di età compresa tra 60 e 80 anni che hanno partecipato a un recente esperimento. I volontari, tutti sedentari di lunga data, si sono allenati con sessioni di sollevamento pesi per 42 settimane. Ebbene, tutti loro alla fine dello studio potevano finalmente andare fieri dei loro muscoli mostrando bicipiti e tricipiti che non avevano mai avuto in gioventù. Dopo aver consultato il proprio medico, la stragrande delle persone anziane può (anzi deve) dedicarsi a qualche forma di attività fisica.
3) Il cervello? Non funziona più come prima. Falso: funziona solo in modo diverso
Si è sempre dato per scontato che l’invecchiamento andasse di pari passo con la perdita di memoria. Ma questa radicata idea si basa su un grande equivoco: in realtà la memoria di un anziano funziona solo in modo diverso, trascura i dettagli ma mantiene intatta la visione di insieme. Si potrebbe vederla così: con la saggezza dei suoi anni il cervello ha imparato a selezionare quel che importa davvero, tralasciando informazioni specifiche di cui, tutto sommato, si può fare a meno.
4) L’osteoporosi? Riguarda tutte le donne. Falso (doppiamente): si può prevenire e anche gli uomini devono proteggere le ossa
Colpisce di più le donne, ma non risparmia del tutto gli uomini. L’osteoporosi, è vero, è più frequente nella popolazione femminile. A soffrirne è 1 donna su 3 over 50 e 1 uomo su 5. Ma guardando i dati da un’altra prospettiva si deduce che 2 donne su 3 e 4 uomini su cinque non sviluppano questa patologia che aumenta il rischio di fratture. L’osteoporosi infatti si può prevenire con la dieta, con un corretto apporto di vitamina D e con una regolare attività fisica.
5) Invecchiare significa rinunciare alla vita sessuale. Falso: la sessualità può essere vissuta a ogni età e fa bene al corpo e alla mente
È vero che alcune disfunzioni (la disfunzione erettile e la secchezza vaginale) aumentano con l’avanzare dell’età, ma per la maggior parte delle persone questi non sono problemi insormontabili. Come è noto esistono farmaci che possono essere prescritti dal medico che permettono di non dover rinunciare ai piaceri della vita sessuale.
Le statistiche dicono che l’11% degli uomini over 60 soffre di disfunzione erettile. Ma, ancora una volta, il dato può essere letto in da un’altra prospettiva, più positiva: 9 uomini su 10 ultrasessantenni non hanno problemi di erezione. Da un recente studio della Anglia Ruskin University di Cambridge pubblicato sulla rivista Sexual Medicine è emerso che fare sesso in età avanzata non solo è possibile, ma è anche auspicabile. Perché ha un ruolo protettivo, migliorando la salute mentale e riducendo addirittura il rischio di sviluppare alcune patologie, compresi i tumori.
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