Il capo del governo cinese Xi Jinping ha dichiarato che, entro il 2020, la Cina dovrà essere una “società moderatamente prospera” e che nessun cittadino dovrà vivere al di sotto della soglia di povertà, riconosciuta in un reddito minimo di 2.300 renminbi annui (circa 330 dollari). Fa parte di questa lotta alla povertà la direttiva emanata di recente che tende ad eliminare i comportamenti non filiali.
Per capire la portata del dibattito bisogna ricordare che, nell’etica confuciana, la filosofia che ha plasmato la cultura asiatica, la pietà filiale è una delle principali virtù. La riesumazione delle antiche tradizioni è una pratica diffusa da quando è salito in carica il presidente Xi Jinping. Uno degli obiettivi del leader cinese è recuperare le radici culturali di un Paese che per troppi anni ha rinnegato il suo passato, inseguendo usanze e credenze straniere. Un difetto individuato e che Xi Jinping sta tentando di correggere anche attraverso adeguate politiche familiari. Il provvedimento, datato 11 luglio, emesso da cinque dipartimenti, rientra in una specifica campagna morale portata avanti dal governo locale di Xunyang (contea a nord ovest della Cina) contro il “comportamento non filiale” che, secondo le autorità, danneggia e degrada la condotta sociale e compromette la battaglia politica della contea contro la povertà.
La campagna della contea è entrata nel dibattito nazionale nei giorni scorsi, con molte persone che affermano che il governo dovrebbe fare di più per sostenere le persone anziane invece di cercare di intervenire in questioni familiari e morali. Non ne sono rimasti fuori i social network locali.
Su Weibo, la versione cinese di Twitter, una persona ha affermato che è compito delle autorità occuparsi dei pensionati: “Anni fa, quando il governo ha chiesto alle persone di avere un solo figlio, ha promesso di aiutare i pensionati. Ora quella promessa è stata chiaramente dimenticata”. Commenti in linea con questo pensiero si moltiplicano. Un funzionario di Xunyang, tale Wu Lizhou, ha spiegato meglio la direttiva in un’intervista rilasciata a un giornale locale: “Nella direttiva ci sono sei azioni tipo; le prime cinque non violano la legge ma contribuiscono a creare una cattiva atmosfera sociale. L’ultima, quella relativa ai figli che discriminano i genitori, soprattutto se anziani, deve essere repressa secondo le leggi esistenti”. Nel mirino delle autorità finiranno solo coloro che violeranno la legge, mentre i responsabili di cattiva condotta morale non saranno sanzionati; l’obiettivo della direttiva, in sostanza, è mettere pressione sui figli affinché cambino il loro atteggiamento e riscoprano l’antica virtù della pietà nei confronti dei loro genitori. Da un punto di vista politico i “non filiali” starebbero ostacolando gli sforzi di riduzione della povertà portati avanti dallo Stato. “Le questioni familiari – sottolinea ancora Wu Lizhou – sono questioni statali. Il Paese è formato da molte famiglie ed è armonioso solo se sono armoniose anche le famiglie”.
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