Come si fa a ridurre la dipendenza da smartphone? Un’idea arriva dai ricercatori dell’Università del Michigan, che hanno inventato un’App in grado di impostare un tempo di utilizzo
Lo studio
Gli scienziati hanno analizzato l’uso dello smartphone di 42 persone per oltre un mese. Nei primi sette giorni hanno studiato soprattutto la frequenza di utilizzo del dispositivo per fissare un parametro di riferimento. Poi hanno fatto installare l’app InteractOut sul proprio telefono Android e hanno fatto scegliere quali app monitorare. Il tempo di utilizzo quotidiano è stato fissato a un’ora e per due settimane agli utenti è stato chiesto di comportarsi come ritenevano opportuno, lasciando attive o meno le limitazioni.
Annoiare diminuendo le prestazioni
La particolarità di InteractOut non è solo quella di impostare un tempo massimo di utilizzo per la app ludiche e i social network, ma di cominciare progressivamente a rallentarle se quel lasso di tempo viene superato.
La diminuzione delle prestazioni porta l’utente ad annoiarsi e a mettere da parte lo smartphone. Una scelta che risulta meno invasiva e sta avendo migliori risultati di altri programmi. Prima di InteractOut , infatti, altre app limitavano l’uso di determinate funzioni allo scadere del tempo preimpostato.
Dipendenza da smartphone: i risultati dei test sugli utenti
I partecipanti allo studio hanno installato sia InteractOut che Timed Lockout, un’app di blocco. Fra le due è emerso che la prima, quella di “rallentamento” era stata lasciata attiva nel 62% dei casi, mentre quella di blocco nel 36%. Inoltre, InteractOut era stata in grado di ridurre del 16% il tempo trascorso davanti allo schermo.
In alcuni casi l’app è stata comunque descritta come troppo invadente e gli utenti del campione hanno manifestato la necessità di personalizzarne le funzioni a seconda dell’attività che si vuole scoraggiare. Ad esempio rendere il “tap” meno preciso in un social network può far sbagliare un’interazione, convertendo un “like” in “dislike”. InteractOut è stata anche giudicata poco efficace nei servizi di streaming video, per i quali non è richiesta molta interazione e per questo gli studiosi stanno già lavorando alla soluzione di queste criticità prima che sia immessa su mercato.
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