La sindrome influenzale viene spesso minimizzata, tanto da ignorare le campagne di sensibilizzazione che invitano a vaccinarsi per scongiurare il rischio di complicazioni
Febbre alta, tosse, dolori muscolari, grande senso di spossatezza…
È così che si manifesta l’influenza dopo aver contratto il virus di turno. Trasmesso per via aerea, basta uno starnuto o il contatto con mani contaminate e il gioco è fatto. Ma la prospettiva di trascorrere 7/10 giorni a letto e il rischio di complicazioni non sembrano sufficienti a considerare seriamente l’idea di vaccinarsi.
Questo è quanto emerge dalla nuova ricerca del Censis, Generazione di… influenzati?, che offre un quadro della percezione degli over italiani sul tema. Che esista una profilassi contro la sindrome influenzale è ormai noto a tutti gli over (99,2%), così come c’è la consapevolezza che alcune fasce di popolazione sono più esposte al rischio di sviluppare serie complicazioni.
Perché, allora, c’è ancora una diffusa resistenza alla vaccinazione, malgrado questa sia in grado di scongiurare il contagio o, in caso contrario, assicuri comunque una sintomatologia più lieve e generalmente priva di complicazioni? I motivi sembrano essere legati al diverso grado di fiducia riposta in questo mezzo di prevenzione: solo il 32,7% degli over si fida molto, il 53,2% si fida abbastanza, mentre il 14,1% poco o per nulla. In merito alle possibili complicazioni dell’influenza, il 53,1% degli ultracinquantenni ne è perfettamente consapevole, ma solo il 4,9% dei 64-74enni dichiara di averne paura, contro il 25,8% degli over 75 che non le teme affatto. In caso di contagio, invece, il 24,7% dei 65-74enni e il 24,2% degli over 75 contattano subito il medico, anche se la maggioranza lo fa solo a fronte di un mancato miglioramento dei sintomi (45,5%). Interessanti anche i numeri di chi si cura autonomamente (22,7%) e chi attende la guarigione senza assumere farmaci (10,4%).
Alla luce di questi dati emerge evidente la necessità di potenziare le campagne di sensibilizzazione. Un’informazione scientifica puntuale, che utilizzi un linguaggio semplice ed efficace, può contribuire alla presa di coscienza dei cittadini sui reali pericoli dell’influenza posto che, a monte, vi sia una sana dose di buon senso. Il pericolo di complicazioni c’è, il vaccino anche. Perché rischiare?
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