Le città sono troppo rumorose e i provvedimenti delle amministrazioni non funzionano come dovrebbero, a discapito della salute. La denuncia della Corte dei conti europea
L’inquinamento acustico è l’altra faccia dell’inquinamento urbano, ma è spesso trascurato. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente oltre un quinto dei cittadini dell’UE è esposto a rumori nocivi a lungo termine provenienti dal trasporto ferroviario, aereo e soprattutto stradale. La Corte dei conti europea (ECA) avverte che le città e i paesi europei hanno un’aria più pulita dopo decenni di limiti di inquinamento sempre più severi. Tuttavia, il problema dell’inquinamento acustico non ha avuto finora lo stesso interesse. Le conseguenze? Irritabilità, disturbi del sonno, effetti deleteri a carico del sistema cardiovascolare e metabolico.
L’inerzia della politica pesa sul futuro
Per la Corte il monitoraggio delle emissioni acustiche è lacunoso e tardivo nella maggior parte degli Stati membri, per cui non si riesce a definire una tendenza. I dati indicano che è improbabile che venga raggiunto l’obiettivo per l’“inquinamento acustico zero” entro il 2030 di ridurre del 30 % il numero di persone che sviluppano patologie a causa del rumore generato dai trasporti. Le stime mostrano che potrebbe scendere, nella migliore delle ipotesi, del 19 % e, nello scenario peggiore, potrebbe addirittura aumentare del 3 % entro il 2030.
Perché le politiche green non funzionano
Il fatto è che le città hanno difficoltà a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico per tutta una serie di motivi che vanno dallo scarso coordinamento tra le autorità a misure di dubbia efficacia, per non parlare dell’opposizione locale a tali misure. Prendiamo ad esempio le zone verdi (“assi”), in cui i pedoni ed i ciclisti hanno la precedenza sulle auto. La Corte ha riscontrato che tali misure comportano benefici per chi vive in quelle zone, ma peggiorano la qualità dell’aria ed i livelli di rumore nelle strade limitrofe.
Il dibattito contro le Ztl
Analogamente, scrive sempre la Corte, le zone a basse emissioni, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento acustico, sono un tema sempre più controverso. A Barcellona o a Cracovia, ad esempio, la loro introduzione ha provocato una serie di azioni legali per discriminazione o ostacolo alla libertà di movimento, per cui la misura è stata ridimensionata o ritardata. Infine la procedura d’infrazione europea si è dimostrata un meccanismo poco efficace per garantire il rispetto delle leggi sull’inquinamento nelle città, a causa dei tempi eccessivamente lunghi.
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