Operativa la novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2021. Come per i part-time orizzontali, anche per i part-time verticali verranno considerati utili ai fini della maturazione del diritto alla pensione i periodi non lavorati.
Arrivano dall’Inps importanti novità per chi ha un contratto di part-time verticale. Anche i periodi non lavorati saranno riconosciuti per intero per calcolare i requisiti necessari ad accedere alla pensione.
Cos’è il part-time verticale
Il part-time verticale, detto anche ciclico, è un contratto di lavoro subordinato con orario ridotto. Si distingue dal part-time orizzontale perché la riduzione dell’orario di lavoro non riguarda la giornata lavorativa. La limitazione è relativa infatti a determinati periodi nel corso della settimana, mese o anno. Il mix fra part-time verticale e part-time orizzontale è detto part-time misto.
La novità per la pensione
È stata la Legge di Bilancio 2021 (Legge n. 178/2020) a introdurre nuove modalità di calcolo dell’anzianità contributiva maturata nei rapporti di lavoro part-time di tipo verticale, equiparandoli al part-time orizzontale. Dunque, la legge n. 178/2020 ha previsto che, ai fini pensionistici, sia conteggiato anche il tempo non lavorato.
Pensione più facile con il nuovo calcolo
Con la circolare n. 74 dello scorso 4 maggio, l’Inps ha fornito le indicazioni sull’applicazione della norma contenuta nella Legge di Bilancio 2021 per chi lavora in part-time verticale e per i datori di lavoro del settore privato. Le settimane – spiega l’Inps in un comunicato stampa – saranno valutate per intero, sempre ai fini dell’anzianità di diritto. Resta ferma la condizione che la retribuzione accreditata sia pari all’importo minimo di retribuzione previsto per l’anno di riferimento. Se questa condizione non si verifica, il numero di contributi riconosciuti sarà pari al rapporto tra l’imponibile retributivo annuo e il minimale settimanale pensionistico in vigore nello stesso anno.
I lavoratori interessati
La novità è valida sia per i rapporti di lavoro in essere al momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina (1° gennaio 2021) e per tutta la durata degli stessi, sia per i rapporti di lavoro esauriti prima di tale data. Per part-time “esauriti”, l’Inps precisa che si considerano sia i contratti conclusi con cessazione del rapporto di lavoro al 1° gennaio 2021, sia quelli trasformati a tempo pieno prima di tale data.
Come presentare la domanda
Chi ha un contratto di part-time verticale in essere dovrà presentare domanda alla struttura territoriale dell’Inps competente per residenza. In fase di prima applicazione, la domanda potrà essere inoltrata tramite PEC o attraverso il servizio online di segnalazione contributiva “FASE”. La domanda dovrà essere corredata dall’attestazione del datore di lavoro o da una dichiarazione sostitutiva sottoscritta dall’interessato. Dovranno essere indicati gli eventuali periodi di sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione e allegata una copia del contratto di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico. I modelli di attestazione e di dichiarazione sostitutiva possono essere scaricati dal sito dell’Inps e sono allegati alla circolare n. 74.
Per i contratti di part-time esauriti svolti in aziende che hanno cessato l’attività, alla domanda dovrà essere corredata anche un’autocertificazione per indicare in che modo è avvenuta la prestazione lavorativa.
Uno stesso lavoratore che ha svolto la propria attività lavorativa con più rapporti di lavoro con contratto part-time di tipo verticale o ciclico potrà presentare un’unica domanda. Dovrà però allegare alla domanda un modello di certificazione (con il relativo contratto di lavoro) per ogni datore di lavoro coinvolto.
Quando sarà liquidata la pensione?
Le pensioni potranno essere liquidate in applicazione delle nuove disposizioni per decorrenze dal 1° gennaio 2021.
Esclusi i dipendenti pubblici
Le novità non modificano le modalità di individuazione del diritto e della misura del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dei dipendenti pubblici.
Una riforma per la conciliazione vita-lavoro
A commentare la novità il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico: «Si tratta di una riforma attesa e quanto mai giusta, soprattutto per le donne che devono affrontare periodi di attività ridotta per motivi legati alla maternità o per tutti coloro che abbiano altre esigenze di conciliazione lavoro-famiglia». «Inps – ha aggiunto – si è fatto parte attiva per il superamento dell’iniqua sperequazione tra lavoratori rispetto al loro futuro pensionistico anche al fine di agevolare le possibili scelte degli individui nelle diverse fasi della propria vita».
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