Nel periodo gennaio-agosto 2022 i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 31%, la crescita maggiore dal 2015, e le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato del 65%. Ma crescono anche dimissioni e licenziamenti. Così come rallenta l’aumento delle assunzioni a termine che fino a maggio hanno trainato l’occupazione
Quasi 5 milioni e mezzo di nuove assunzioni nei primi otto mesi del 2022: l’Inps aggiorna le stime dell’Osservatorio Precariato e segnala una crescita del 19% dei contratti siglati rispetto ad agosto 2021.Ma raggiungono valori importanti anche le cessazioni dei rapporti di lavoro, che possono avvenire per una varietà di motivi, dalle dimissioni al licenziamento alla scadenza del contratto a termine. Tutti segnali di un mercato del lavoro sicuramente in movimento. E che, secondo l’Inps, è in recupero dopo le fasi più critiche della pandemia da Covid-19.
Per il lavoro a tempo indeterminato una crescita così non si vedeva dal 2015
In particolare, dei 5.467.000 nuovi posti di lavoro, l’Istituto ha registrato 937.000 contratti a tempo indeterminato. Una crescita del 31% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: la più significativa dal 2015 secondo i dati raccolti dall’Inps.
Per quanto riguarda i contratti a termine, invece, le assunzioni più numerose in valori assoluti sono state quelle dei lavoratori a tempo determinato (2.321.000, cioè il 19% in più in un anno). Seguono 821.000 nuovi stagionali (+12%); 682.000 lavoratori in somministrazione (+7%), 481.000 intermittenti, ed è questo l’incremento più ampio in termini percentuali (+28% in un anno). Fino ad agosto scorso, inoltre, hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro 225.000 nuovi apprendisti (+20%).
Come abbiamo anticipato, uno dei dati più interessati dell’Osservatorio Precariato Inps riguarda la crescita dei posti di lavoro stabili. Dopo il 2015 infatti – segnala l’Istituto – non si era mai registrato, nei primi otto mesi dell’anno, un numero così elevato di assunzioni a tempo indeterminato. Addirittura, le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato nei primi otto mesi del 2022 sono state il 65% in più del 2021 (489.000).
Non solo assunzioni: crescono dimissioni, licenziamenti e contratti scaduti
Crescono assunzioni e stabilizzazioni, ma anche le cessazioni di contratti di lavoro. Fra gennaio ed agosto 2022 sono state complessivamente 4.571.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 28% per tutte le tipologie contrattuali. Fra queste, ben 1.728.000 quelle di contratti a tempo determinato (+28%) e 1.206.000 a tempo indeterminato (+24%). Come per le assunzioni, anche le cessazioni a tempo indeterminato sono il valore più elevato degli ultimi dieci anni.
Sono invece 394.000 le cessazioni di contratti intermittenti (+46%), 447.000 quelle di contratti stagionali (+33%), 144.000 quelle di contratti in apprendistato (+27%) e 652.000 quelle di contratti in somministrazione (+20%).
Le agevolazioni: un continuo specchietto per le allodole
Per quanto riguarda, in dettaglio, i rapporti di lavoro sostenuti da incentivi e agevolazioni, l’Inps segnala una crescita complessiva del 23%. Ma ad agosto c’è una flessione. E colpisce in particolare giovani e donne, per il mancato rinnovo dell’esonero contributivo al 100% riconosciuto ai datori di lavoro in caso di assunzione.
Il tempo indeterminato spinge l’occupazione. Ma c’è qualche nuvola all’orizzonte…
Dopo gli andamenti negativi registrati durante la pandemia e prima della campagna di vaccinazione di massa, secondo l’Osservatorio Inps il mercato del lavoro torna in positivo. La differenza fra assunzioni e cessazioni degli ultimi 12 mesi registrata ad agosto scorso – il cosiddetto saldo annualizzato – è pari infatti a +569.000 posti di lavoro.
Fra i contributi più significativi, l’incremento dei rapporti a tempo indeterminato, continuamente crescente dalla fine del 2021, risulta pari a +281.000 unità.
Anche se guardiamo alle singole tipologie contrattuali, i saldi sono tutti positivi: +166.000 posti di lavoro a tempo determinato; +60.000 intermittenti; +44.000 stagionali; +15.000 apprendisti; +3.000 somministrati. Ma non è tutto oro quello che luccica: considerando l’insieme dei contratti a termine, dopo il forte recupero delle perdite occupazionali causate dalla pandemia, a partire da maggio 2022 si registra un trend in discesa.
© Riproduzione riservata