L’Osservatorio sulle pensioni dell’Inps ha diffuso i dati al 1° gennaio 2021. Predominano gli assegni delle gestioni dei dipendenti privati, di vecchiaia e invalidità civile. La maggior parte delle pensioni è stata erogata al Nord, a uomini con un’età media di 74 anni. Se si guarda agli importi, il divario di genere si accentua.
Nel 2020 l’Inps ha liquidato quasi 18 milioni di pensioni (17.799.649), di cui il 77,6% (13.816.971) di natura previdenziale e il 22,4% (3.982.678) assistenziale (invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali). È quanto emerge dal report dell’Osservatorio sulle pensioni dell’Istituto diffuso lo scorso 25 marzo, che fotografa la situazione al 1° gennaio 2021. L’analisi offre un interessante spaccato economico e demografico della popolazione pensionata italiana.
Ai lavoratori dipendenti il 94,7% degli assegni
Nel 2020, la spesa pensionistica complessiva è stata pari a 212,9 miliardi di euro, di cui 190 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 22,9 miliardi da quelle assistenziali. Quasi la metà delle pensioni, il 48,9%, riguarda le gestioni dei dipendenti privati, e fra queste il 94,7% il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Il Fondo gestisce il 46,3% del complesso delle pensioni erogate e il 59,1% degli importi in pagamento. Agli autonomi spetta il 28% delle pensioni, per un importo in pagamento del 24,2%, mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,4% delle prestazioni con pagamenti pari al 10,8% del totale.
Predominano vecchiaia e invalidità civile, ma nel 2020 inversione di tendenza
Il 67,6% degli assegni previdenziali è costituito da pensioni di vecchiaia, di cui il 57,2% erogato a uomini. Fra le prestazioni di tipo assistenziale, predominano con il 79,8% delle prestazioni quelle per invalidità civile. Poiché il 43,3% di pensioni e assegni sociali ha avuto origine da una pensione di invalidità civile, l’Osservatorio sulle pensioni Inps stima che le prestazioni legate all’invalidità sono 3.527.379 e costituiscono l’88,6% del complesso delle prestazioni assistenziali. Quasi la metà dell’importo complessivo in pagamento (49,7%) è destinato alle indennità di accompagnamento per invalidi totali, che rappresentano il 45,6% della totalità delle prestazioni. Il 2020 ha segnato però un’inversione del trend di crescita delle prestazioni assistenziali riscontrato negli ultimi 15 anni: lo scorso anno il numero di prestazioni è passato dalle 587mila del 2019 a 481mila; in percentuale si è passati da valori intorno al 50% al 41%. L’età media dei beneficiari oscilla fra i 68 e i 70 anni.
Al Nord e in Lombardia il maggior numero di pensioni
La percentuale più alta di prestazioni pensionistiche al 1° gennaio 2021 – osserva l’Inps – è il Nord Italia con il 47,73%; al Centro viene erogato il 19,34% delle pensioni mentre al Sud e nelle Isole il 30,8%; il restante 2,13% (378.479 pensioni) viene erogato a soggetti residenti all’estero. L’Inps prende in considerazione anche il cosiddetto coefficiente di pensionamento grezzo, dato dal rapporto tra numero di pensioni e popolazione residente per mille, evidenziando che a livello regionale la Sicilia è ultima in classifica (173 pensioni x 1.000 residenti), seguita dalla Campania (181 pensioni) e dal Lazio (185); in Lombardia, invece, viene erogato il 18,7% del totale delle prestazioni previdenziali (2.581.209) e il coefficiente standardizzato di pensionamento è pari a 261 pensioni per mille abitanti. Se poi si considera la distribuzione della popolazione over 65 fra le Regioni, abbiamo la Liguria al decimo posto perché ha la più alta concentrazione di ultrasessantacinquenni, mentre la Campania al secondo posto poiché, in questo caso, la concentrazione di ultrasessantacinquenni è la più bassa d’Italia.
I pensionati italiani hanno in media 74 anni
Il pensionato medio italiano ha 74,1 anni, con una differenza tra i due generi di 4,7 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne). Le pensioni di vecchiaia, nel 25,1% dei casi, sono erogate a persone di età inferiore a 70 anni, percentuale che arriva al 27,8% per i pensionati di sesso maschile. La maggiore longevità delle donne incide invece sul dato anagrafico dei titolari di pensione di invalidità: il 68,7% degli uomini ha età inferiore a 70 anni, mentre le pensionate hanno nel 47% dei casi età superiore o uguale a 80 anni.
Oltre il 72% delle donne percepisce un assegno inferiore a 750 euro
Purtroppo, i dati dell’Osservatorio sulle pensioni Inps confermano che le pensioni italiane si concentrano nelle classi basse di reddito. Il 59,6% degli assegni ha un importo inferiore a 750 euro. Questa percentuale per le donne raggiunge addirittura il 72,6%. Tuttavia, delle 10.608.976 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43% (4.009.862) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile: ciò significa che i restanti titolari degli assegni “arrotondano” con più prestazioni pensionistiche o altri redditi. Ma il divario di genere resta accentuato: per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 36,8% e, fra i percettori di assegni di vecchiaia, al 21,2%; di queste, solo il 19,9% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia percepite da uomini è infatti di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
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