Concetta Inguì.
Appassionata di arte in tutte le sue forme, nel 2019 ha partecipato alla V^ Esposizione “Arti visive” al Castello Ducale Orsini, a Fiano Romano, arrivando in finale. Al Concorso 50&Più partecipa per la terza volta; nel 2019 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la pittura. Vive a Ciampino (Rm).
Tutto accadde diciannove anni fa, era marzo 2001, si conobbero per gioco Anna e Marco, tramite un’applicazione del cellulare.
Si incontrarono in un bar per un caffè.
Anna lavorava come commessa e Marco era un dirigente di reti informatiche.
Anna si stava separando e Marco era sposato con figli. Quel pomeriggio prima di incontrarlo Anna era nervosa e piena di paure, si chiedeva se faceva bene ad incontrare quella persona con cui aveva scambiato solo degli sms, ma vinse la curiosità ed il modo gentile di Marco, nel comunicare con gli sms.
Il primo incontro fu piacevole, un succo di frutta e una passeggiata lungo il laghetto dell’Eur e lei che non smetteva mai di parlare.
Per Marco fu un colpo di fulmine, Anna era così diversa dalle altre donne che aveva conosciuto, una persona semplice, vera, particolare.
Iniziò così la loro storia d’amore. Marco si dimostrò fin da subito un uomo gentile, educato, di buone maniere, questa fu la cosa che colpì Anna che non aveva mai conosciuto un uomo così galante e pieno di attenzioni per lei.
Decise di frequentarlo anche se non ne era ancora innamorata, ma la sua compagnia la faceva stare bene, lui la faceva sentire desiderata, come non si era sentita più da tanto tempo.
Marco la invitava ad uscire due volte la settimana a cena in un ristorante raffinato con musica soft, poi salivano su in camera, poiché spesso erano Ristoranti Albergo con camere al primo piano.
Quando Marco chiudeva la porta della stanza a chiave, tutto spariva il mondo non esisteva più, c’erano solo loro due, il resto e i loro problemi rimanevano fuori dalla porta.
Così passavano delle bellissime serate. La loro storia inizialmente era sesso, tanto, fatto bene, ma anche tenerezza e parole dolci.
Fu così che anche Anna dopo qualche tempo si innamorò di Marco.
Iniziò a soffrire perché lei nel frattempo si era separata, mentre lui continuava a restare sposato, lei non gli aveva mai chiesto di separarsi, credeva che col tempo lui lo capisse da solo.
Spesso c’erano delle discussioni, poiché la domenica e le feste non potevano stare insieme, lui doveva stare con la sua famiglia che era all’oscuro di tutto e lei ne soffriva molto.
Anna non aveva mai provato un sentimento, un’attrazione, un piacere fisico così intenso, quello era l’amore, il vero amore che non aveva, mai conosciuto.
Marco spesso era fuori per lavoro, viaggiava molto, anche all’estero, ma ogni volta che tornava e si incontravano, il loro sentimento era sempre vivo, anzi si rafforzava.
Si sentivano legati uno all’altro, quel sentimento era più forte di loro, nonostante le discussioni per la famiglia di lui, i viaggi di lavoro, e altre difficoltà, niente sembrava dividerli, quello che li univa era più forte di quello che li separava.
Gli anni passavano e il loro amore cresceva, insieme all’attrazione e alla passione, Anna credeva di vivere in una favola, tutto era perfetto.
Quelle dicerie sul fatto che dopo pochi anni la passione svanisce, non riguardavano la loro storia.
Arrivò l’anno 2015 e durante alcune analisi di routine fatte da Marco, venne fuori un valore alto del PSA.
In quell’anno Marco si era stabilito a Milano per lavoro e faceva Roma-Milano ogni 15 giorni per stare insieme ad Anna.
Ne parlò con lei e decise di fare alcune visite a Milano. Marco soffriva molto per il fatto di vivere a Milano lontano dal suo amore e così ad Agosto 2015 si trasferì a Roma a casa di Anna.
In passato avevano fatto dei brevi viaggi insieme, ma spesso erano viaggi di lavoro dove Anna lo accompagnava.
Quell’estate del 2015 fu la loro prima vera vacanza insieme e fu bellissima. Visitarono la Calabria e la Sicilia i loro luoghi di origine, vissero giorni indimenticabili.
Ad Ottobre Marco dovette ripetere gli esami a Roma il PSA non era sceso nonostante i farmaci prescritti dal medico di Milano.
Biopsia urgente, fu il responso del Medico di Milano.
Dopo due settimane Marco fece la biopsia, dalla quale ne uscì una diagnosi che non avrebbe mai voluto ascoltare: Carcinoma prostatico; uguale Tumore maligno, fine della favola.
Raccontò tutto ad Anna e piansero insieme, ma Anna era una donna forte e coraggiosa e nonostante il dolore che sentiva disse a Marco che doveva fingere di stare bene, di andare avanti come se lui non fosse malato, comportarsi come una persona sana.
Se non puoi cambiare le cose, devi accettarle.
Anna sapeva che aveva davanti anni difficili, doveva tirare fuori tutta la sua forza e coraggio per donarle a Marco affinché ne avesse avuto anche lui per affrontare ciò che lo aspettava.
Si sottopose all’asportazione della prostata ma questo non cambiò le cose.
Furono anni pieni di gioie e di dolori, di pianti, di abbracci e di carezze.
Seguirono le cure e i controlli ogni tre mesi, Marco continuava a lavorare, diceva che così non si sentiva malato, Anna lo rimproverava dicendogli che avrebbe dovuto lavorare di meno, era preoccupata per lui.
Ma la cosa che faceva più male ad Anna era il fatto che Marco si era allontanato fisicamente da lei, non c’erano più baci tra di loro, lui accettava solo carezze e abbracci, diceva che non si sentiva più uomo.
Per il resto tutto continuava come prima, le due estati che seguirono sembrava che niente fosse cambiato, tra una cura e l’altra viaggiavano, andavano in vacanza, cene fuori, vita sociale.
Ma il tumore continuava ad avanzare silenzioso, da tempo aveva colpito anche le ossa e nessuna cura sembrava arrestarlo.
Nel frattempo erano stati all’Ospedale del Dottor Veronesi, per vedere se ci fosse stata qualche cura più efficace, ma la risposta fu che quella era la cura giusta.
Santuario di Padre Pio, Lourdes, le provarono tutte, intanto arrivò Agosto 2018.
Intorno al 12 Agosto ci fu un peggioramento, il Tumore era arrivato al fegato, dopo una visita in Ospedale, il ricovero il 20 Agosto.
Anna si recava due volte al giorno in Ospedale, i dottori le avevano detto che Marco era in fase terminale, dopo qualche cura a base di morfina, le dissero che non poteva restare più in Ospedale, la scelta era portarlo a casa oppure Hospice. Anna decise di portarlo a casa, anche lui voleva così.
Marco era perfettamente lucido e quando uscì dall’Ospedale il 3 Settembre parcheggiò la sua auto da solo.
Iniziò per Anna un periodo ancora più duro, il rientro al lavoro, la ricerca di una badante, poiché Marco anche se stava benino, non poteva restare solo in casa.
Tutti i giorni veniva un infermiere e il medico due o tre volte la settimana, Anna somministrava i farmaci quando era in casa e quando il dolore era più forte la fiala di Morfina, aveva istruito anche la badante.
Spesso lo abbracciava e accarezzava sul viso, non sapeva cos’altro fare, non c’era nient’altro da fare, lei non poteva fare niente.
Era costretta a vederlo morire piano, piano. Anna la mattina andava al lavoro e lo lasciava alla badante, il pomeriggio si dedicava a lui, gli massaggiava le gambe, che gli si erano gonfiate, preparava frullati, perché non riusciva più ad inghiottire il cibo, lo accompagnava al bagno.
Quel periodo mise a dura prova la forza interiore di Anna, il suo coraggio, la paura di non farcela.
Dopo dieci giorni durante la notte, all’una e trenta del 13 Settembre 2018 Marco volò in cielo. Anna sapeva che sarebbe accaduto, i medici avevano detto non più di tre anni di vita, ma non si è mai pronti all’arrivo della morte.
Ad Anna sembrò di trovarsi dentro una bolla, dove tutto era confuso, distorto.
Urla… Pianti… Seguirono i funerali e la cremazione, Marco voleva così.
Anna restò sola, ma non era sola, perché ovunque andava, l’amore di Marco era dentro di lei. Il cuore di Marco era dentro di lei.
Vivere nel cuore di chi resta non è morire!!!