L’effetto lockdown ha ridotto drasticamente gli infortuni sul lavoro di circa il 40%. Il fermo di molte attività e l’assenza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e sulle strade ha prodotto questo risultato. Di contro, però, è emersa una nuova tipologia di infortunio su larga scala: il contagio da Covid-19 per migliaia di lavoratori.
La fotografia è stata scattata dall’Inail e gli ultimi dati al 15 giugno dicono che i contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus sono 49.021 e che gli over 50 sono i più colpiti. Tra aprile e giugno sono stati diffusi dall’Istituto i primi cinque Report dedicati al fenomeno delle infezioni sul lavoro da Covid-19. Il picco è avvenuto nel mese di marzo con 18.054 casi (il 36,8%), per scendere allo 0,8% nel mese di maggio.
Le professioni maggiormente coinvolte
Delle 49.021 denunce da Covid-19 (di cui 236 per esiti mortali) tre su quattro hanno riguardato operatori sanitari: il 40,9% proviene da “tecnici della salute” (soprattutto infermieri); il 21,3% dagli operatori sociosanitari del “personale qualificato nei servizi sanitari e sociali”; il 10,7% da “medici” (internisti, cardiologi e anestesisti-rianimatori più di altri); quasi il 5% dagli ausiliari ospedalieri, inservienti in case di riposo, barellieri del “personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari”.
A questi operatori sanitari si aggiunge una quota significativa di denunce – l’8,5% – proveniente dagli operatori socio-assistenziali (operanti normalmente in strutture sanitarie e di assistenza). Il restante quasi 14% di denunce è frammentato tra numerose professionalità, tra cui gli impiegati amministrativi (2,7%) e il “personale non qualificato nei servizi di pulizia” (1,8%). Con frequenze intorno all’1% delle denunce, ma con un numero consistente di segnalazioni (dalle 300 alle 100 nell’ordine), anche i conducenti professionali di veicoli (soprattutto di autoambulanze), gli addetti alle attività di ristorazione, gli impiegati addetti all’accoglienza e gli addetti alle vendite.
Le donne, le più colpite dal contagio
Con il 71,7% dei contagiati da Covid-19 le donne sono la percentuale preponderante, mentre il 28,3% sono uomini. L’età media è di 47 anni. Nel dettaglio il 43,7% del totale delle denunce riguarda la fascia di popolazione tra i 50 e i 64 anni, a seguire quelle 35-49 anni (36,9%) e 18-34 anni (17,3%, che diventa il 19,2% se si considerano solo gli uomini).
Marginali risultano essere invece i casi tra gli over 64 anni (poco al di sopra delle mille unità e pari quindi al 2,1%, che passa al 3,9% per i soli uomini). L’84,3% delle denunce riguarda lavoratori italiani, il 15,7% lavoratori nati all’estero. Ma se tra gli italiani 7 contagi su 10 risultano essere donne, nel caso degli stranieri il rapporto sale a 8 su 10.
Ma 9 decessi su 10 sono uomini
Le 236 denunce per esito mortale coinvolgono ancora il personale sanitario e socio assistenziale, con il 40% dei decessi. Inoltre, se le denunce da Covid-19 provengono prevalentemente da donne, per i casi mortali succede il contrario, infatti poco meno di 9 decessi su 10 sono maschili. L’età media nel caso dei decessi è più elevata, 59 anni, con un divario di circa due anni per genere (57 anni per le donne contro i 59 degli uomini). Il dettaglio per classe di età mostra che 9 decessi su 10 avvengono tra gli ultracinquantenni, in particolare il 70,3% del totale degli eventi mortali si colloca nella fascia 50-64 anni e il 18,6% tra gli over 64 anni, a seguire la fascia 35-49 anni (9,4% che sale al 17,1% se si considerano solo le donne) e quella dei giovani under 34 anni (1,7%, con nessun deceduto donna). Il 91,1% dei deceduti è di nazionalità italiana, l’8,9% straniera, in particolare la comunità peruviana e romena.
Le denunce a livello regionale: la Lombardia in testa
La Lombardia con il 36% del totale nazionale risulta la Regione con il più alto numero assoluto di contagi da Covid-19 in ambito lavorativo. Seguono il Piemonte (15,2%), l’Emilia Romagna (10,2%) e il Veneto (8,4%). Ma è per i casi mortali (102 denunce, pari al 43,2% del totale nazionale) che la Lombardia stacca nettamente le altre Regioni. Al secondo posto, infatti, c’è l’Emilia Romagna con 20 decessi (8,5%), il Piemonte con 19 casi (8,1%) e la Campania al quarto posto con 17 casi (7,2%).
Cosa dice la legge
Il contagio da Covid-19 sul luogo di lavoro è considerato dalla legge infortunio e non malattia. La maggiore tutela è stata introdotta dal Decreto Legge “Cura Italia”, convertito in Legge (n. 18) il 24 aprile scorso. Con le circolari Inail n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 maggio 2020, viene chiarito come tutti i casi di infezione sul lavoro da Covid-19 fanno scattare la piena tutela da parte dell’Istituto, alla stregua degli altri infortuni o malattie, già a partire dal periodo di quarantena. Per maggiori informazioni e ricevere assistenza è possibile rivolgersi all’Inail o agli enti di Patronato.
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