La scarsa copertura vaccinale contro l’influenza espone milioni di europei a un rischio maggiore di complicanze e ospedalizzazione. Gli over 65 italiani sono in leggera controtendenza, ma per i sanitari non basta
L’influenza è in pieno svolgimento, ma gli europei, soprattutto i più vulnerabili, sono meno protetti per i bassi livelli di vaccinazioni. Per i sanitari, infatti, nonostante le raccomandazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i tassi di vaccinazioni rimangono ovunque insufficienti. Bambini piccoli, donne in gravidanza, anziani e operatori sanitari sono i più a rischio. Ma proprio queste ultime due categorie sono le più restie a vaccinarsi. L’influenza è un rilevante problema di sanità pubblica anche in Italia. Per questo il ministero della Salute raccomanda e offre gratuitamente a questi gruppi di persone la vaccinazione antinfluenzale. E auspica per queste categorie un obiettivo minimo di copertura vaccinale di almeno il 75% e un obiettivo ottimale del 95%.
Vaccino contro l’influenza, Europa divisa
“Spesso ciò che vediamo nel pubblico in generale è un’errata consapevolezza del rischio” dell’influenza, che può essere “estremamente grave”, ha dichiarato a Euronews Health Ben Kasstan-Dabush, professore presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine. Sebbene i vaccini vengano aggiornati in base ai ceppi influenzali che si prevede circoleranno, “le persone possono ritenere di poter gestire i propri sintomi e di non aver bisogno di una vaccinazione”, ha aggiunto. Secondo i dati di Ecdc la copertura degli over 65 contro l’influenza ha raggiunto i tassi raccomandati (almeno 75% della popolazione anziana) in Danimarca (78%) e Irlanda (76%). Italia (53%) e Francia (54%) sono nel mezzo. Ultime Polonia e Slovacchia con il 12% di vaccinati.
Perché gli europei non si vaccinano?
Secondo il Vaccine Confidence Project guidato da ricercatori del Regno Unito, del Belgio e di Hong Kong la causa principale della scarsa aderenza alle campagne vaccinali è una diffidenza diffusa degli europei contro il vaccino. Per il 68% degli italiani sono sicuri e per il 71% efficaci (valori più altri tra spagnoli, portoghesi, inglesi e norvegesi). Una mancanza di cultura che coinvolge anche gli stessi operatori sanitari che pure si sono vaccinati contro il Covid. Per aumentare i livelli di vaccinazione antinfluenzale, Kasstan-Dabush ha affermato che i vaccini dovrebbero essere integrati nell’assistenza medica regolare per i pazienti ad alto rischio, come le persone con malattie croniche.
Per l’Italia vale l’effetto Covid
Dai dati della scorsa campagna vaccinale di PASSI d’Argento (2022-2023) il 65% degli ultrasessantacinquenni si è sottoposto a vaccinazione contro l’influenza e questa percentuale ha raggiunto il 76% tra gli over 85 e il 71% fra le persone con patologie croniche. Risultati maggiori rispetto al prima pandemia, che sembra aver incentivato l’adesione alle campagne vaccinali contro l’influenza, in tutta la popolazione. Prima del 2020, infatti, la copertura vaccinale non aveva mai raggiunto i livelli minimi raccomandati, né nelle fasce di età più anziane, né fra i più fragili per patologia cronica. Sempre sotto il 60%, la copertura vaccinale raggiunge il 69% in piena pandemia (sfiorando l’obiettivo minimo del Ministero della Salute per le categorie a rischio per maggiore età o cronicità), ma scende nuovamente al 63% nel 2023.
Gli anziani italiani sono più attenti ai vaccini
L’analisi degli ultimi anni mostra un miglioramento della copertura vaccinale antinfluenzale tra gli anziani con malattie croniche, sebbene i dati del 2023 mostrino una leggera flessione. Tra le persone sane, invece, si è registrato un aumento significativo durante la pandemia, ma con una successiva diminuzione. Infatti se prima della pandemia meno del 50% degli over 65 liberi da cronicità si vaccinava contro l’influenza, durante la pandemia il ricorso alla vaccinazione sale al 63% nel 2021, per poi scendere nel 2023 (55%).
La strada è ancora lunga
Negli ultimi anni l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale tra la popolazione anziana ha subito variazioni significative, con un marcato incremento della copertura nel periodo 2020-2022. Le campagne di sensibilizzazione, la percezione del rischio elevato di complicazioni da influenza in combinazione con l’infezione da Covid e l’implementazione di politiche sanitarie mirate hanno incentivato la partecipazione degli anziani alla vaccinazione. Tuttavia, il calo generale osservato nel 2023, in linea con i dati europei, sottolinea l’importanza di strategie sostenibili e continuative.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata