Quanti cittadini hanno a disposizione la maggior parte dei servizi a 15 minuti da casa?
Secondo l’indice di vivibilità elaborato dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne nell’ambito del Progetto Urban Pulse, in collaborazione con il Sole 24 Ore, sono le città del Mezzogiorno ad essere in testa alla classifica.
Il podio dell’indice di vivibilità
Le tre Provincie dove è più facile trovare un negozio alimentare sotto casa sono Barletta-Andria-Trani, Bari e Cagliari, seguite da Napoli, Foggia e Taranto. Qui la percentuale di coloro che possono andare a fare la spesa a piedi sfiora il 60% contro il 39% della media nazionale. I territori meno serviti da attività di prossimità sono invece quelli di Belluno, Rieti, Udine e Treviso. Meno di un cittadino su quattro in queste località ha la possibilità di comprare generi alimentari nel proprio quartiere.
Come è calcolato l’indice
L’indice di vivibilità è stato realizzato tramite tecniche avanzate di geo-analytics, calcolando la quota di popolazione in grado di raggiungere in 15 minuti di strada a piedi almeno un punto vendita della grande distribuzione organizzata, fra supermercati, discount e minimarket, o del piccolo commercio al dettaglio (panificio, macelleria, pescheria, negozio di frutta e verdura, …). La scelta è stata quella di misurare la capillarità del servizio primario per eccellenza, ossia l’acquisto di cibi e bevande, ma l’analisi potrà essere allargata anche ad altre categorie di servizi.
La capillarità dei servizi può essere poi calcolata suddividendo la situazione dei capoluoghi di provincia e dei relativi comuni. Se si calcolano le sole aree urbane delle maggiori città, Torino è quella con il maggior numero di residenti con i servizi a portata di mano (80,8%). Seguono Milano (75,9%), Pescara (75,5%) e Livorno (71%). Spostandosi nell’hinterland delle grandi aree urbane, le periferie di Torino e Milano scendono rispettivamente al 41% e al 52% degli abitanti serviti.
Differenze fra Nord e Sud
Mentre nelle aree metropolitane del Nord si assiste a una prevalenza di punti vendita della Grande distribuzione organizzata (Gdo), al Sud si riscontra una situazione mista. Qui i servizi sono distribuiti fra Gdo e piccolo commercio, con una prevalenza di negozi di quartiere rispetto alle città settentrionali.
Il commercio al dettaglio, il primato di Napoli
Se si considera il solo commercio alimentare al dettaglio, il primo posto spetta a Napoli, che in centro raggiunge l’83% e in periferia il 66,8%. In questi dati, secondo lo studio che ha prodotto l’indice, contano anche le abitudini di consumo. Nel Mezzogiorno, infatti, i cittadini, soprattutto over 65, tendono a prediligere il negozio al dettaglio per il rapporto con il negoziante di fiducia, al quale può essere richiesto un servizio dedicato, come mettere da parte un prodotto o consegnarlo a domicilio.
Una geografia “capovolta”
Il Centro studi Tagliacarne evidenzia una geografia capovolta rispetto ai consumi e alla spesa alimentare complessiva, dove Roma, Milano, Napoli e Torino rappresentano un quarto dei consumi alimentari nazionali.
Non è un caso che le grandi catene alimentari della Gdo abbiano cominciato a investire in format di prossimità, per venire incontro alle esigenze dei cittadini con servizi essenziali. Hanno aperto nuovi punti vendita più capillari e di dimensioni ridotte rispetto al tradizionale supermercato. D’altro canto, però, le grandi città perdono i negozi al dettaglio perché questi vengono sempre più spesso soppiantati da servizi per il turismo “mordi e fuggi”. Si pensi a bed and breakfast e fast food, che contribuiscono allo spopolamento dei centri storici e alle nuove richieste di una popolazione non residente.
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