Nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio è scoppiato un incendio in una RSA di Milano. Una vicenda gravissima che conta sei decessi, più di 80 ricoveri e 170 persone evacuate che devono trovare una nuova collocazione.
All’1:30 circa della notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio si è sviluppato un incendio in una RSA di Milano con un bilancio di sei persone morte (cinque donne e un uomo di età compresa tra i 69 e gli 87 anni) e più di 80 soccorse, di cui due gravissime. Secondo quanto ricostruito finora l’incendio si è sviluppato in una camera della struttura in cui alloggiavano due ospiti che hanno perso la vita tra le fiamme. Mentre i fumi che si sono propagati nei corridoi hanno portato al decesso di altre quattro persone.
A dare l’allarme una persona di servizio che ha allertato i Vigili del Fuoco, pervenuti sul posto tempestivamente, i quali hanno individuato l’origine dell’incendio e iniziato le operazioni di evacuazione insieme a quattro mezzi di soccorso avanzato, uno di coordinamento e 11 ambulanze, alcune delle quali incaricate di fare la spola fino alle varie cliniche e ospedali della città.
La “Casa di riposo dei Coniugi”: l’RSA colpita dall’incendio
La “Casa di riposo dei Coniugi” – la RSA in cui è scoppiato l’incendio – si trova in via dei Cinquecento, nel quartiere Corvetto, ed è un edificio a tre piani diviso in 12 nuclei, ciascuno con uno scopo assistenziale specifico (due di questi, ad esempio, sono riservati alle persone con Alzheimer). È di proprietà del Comune di Milano, ma gestita dalla cooperativa Proges, che coordina 300 strutture in 11 regioni d’Italia. Al suo interno ci sono posti letto disponibili per 210 persone, ma al momento i residenti erano poco di più di 170, per la maggior parte persone anziane non autosufficienti.
Le manovre di evacuazione
La presenza di fumo, che ha compromesso la respirazione di alcuni residenti e la visibilità per gli operatori, insieme alla difficoltà di deambulazione di alcuni ospiti hanno reso più complicate le operazioni di evacuazione, come ha raccontato il comandante del comando provinciale di Milano dei Vigili del Fuoco, Nicola Micele. Le forze dell’ordine, infatti, hanno accompagnato all’uscita un ospite per volta, mettendo loro un braccialetto e una coperta termica. Li hanno poi disposti sul marciapiede e fatti salire a bordo di autobus dell’Azienda Trasporti per scortarli in altre strutture, mentre le ambulanze portavano in ospedale chi aveva bisogno di cure.
Sul luogo è sopraggiunto anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale ha assicurato che il Comune e la Cooperativa che ha in gestione l’RSA stanno operando per ricollocare gli ospiti in altre strutture. È stato anche inviato uno psicologo all’obitorio per ricevere i parenti delle vittime e aiutarli nella difficile gestione di questo momento.
Incendio nella RSA di Milano: si alimenta il dibattito pubblico
Sull’incendio in RSA è stata aperta un’inchiesta e il pubblico ministero è arrivato sul posto per un sopralluogo. Nel frattempo, la gogna mediatica è già iniziata. Sui social si susseguono commenti da “Tenete gli anziani a casa con voi” a “Dov’era il personale sanitario?” fino a chi mette in dubbio le condizioni della stessa RSA e le norme antincendio. Altri ancora contestano le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale nel corso di un’intervista ha affermato: “In queste situazioni può anche venir da dire che poteva andar peggio. Detto ciò, sei morti sono un bilancio pesantissimo e speriamo che non si aggiungano le persone che sono in ospedale in una situazione delicata”.
Il dibattito pubblico sulle residenze sanitarie assistenziali, sul loro ruolo e sulla loro adeguatezza, dunque, continua ad essere animato sulla scia di quanto avvenuto negli ultimi anni, in particolare dopo lo scoppio della pandemia dovuta al Covid-19. Certo è che per quanto i soccorsi siano stati tempestivi e non sia nostra intenzione cercare colpe o colpevoli, non possiamo dire che “poteva andare peggio”.
© Riproduzione riservata