Con un’altitudine media di 4.000 metri sul livello del mare e un’area di 2.5 milioni di metri quadri, il Tibet è l’altopiano più alto e vasto al mondo. Qui le colline si estendono all’infinito, circondate dalle maestose catene dell’Himalaya.
Il Tibet è un luogo di paesaggi mozzafiato, un paradiso per gli amanti del trekking. Ma anche una regione aspra, difficile da raggiungere e isolata per molti mesi l’anno. Qui la vita di uomini e animali è sempre al limite e le possibilità di scambio restano ridotte ancora oggi.
La passione di un biologo per la musica
Ci si potrebbe chiedere cosa possa spingere un biologo sino a quelle altezze. L’amore per la vita e la sua espressione biologica? La curiosità di capire come essa possa andare avanti in un ambiente così aspro e al limite? La risposta è molto più semplice: la musica. Almeno per quanto riguarda Zhao Xingzhou, 60enne insegnante di biologia e chimica presso la Yangliu Middle School, nel distretto di Jiading, a Shanghai.
Il professor Zhao, infatti, ha una grande passione per la “Seconda Arte”. Decide così di cimentarsi in un progetto educativo presso la scuola media delle contea di Jiuzhi.
Quest’ultima si trova nella provincia tibetana del Qinghai, ad un’altitudine di circa 4.000 metri. Vi giunge per la prima volta nell’ottobre 2019, diventando così l’unico maestro di musica nel raggio di centinaia di chilometri. Il mal d’alta quota gli rende le notti insonni e nessuno scommetterebbe sulla sua permanenza. Ma lui tiene duro, perché, come racconterà ai giornali: «Quando sono in classe a insegnare, mi dimentico persino del mal di montagna». Così, mese dopo mese, si adatta alla vita sull’altipiano.
Vecchi strumenti, nuove passioni
Ma non è l’unico problema che deve affrontare. Ce ne è un altro: alla scuola gli strumenti musicali non mancano – sono almeno una ventina -, ma giacciono abbandonati in un magazzino. Da anni infatti non si vedeva un insegnante di musica da quelle parti. Zhao allora li fa tirare fuori iniziando la sua opera di accordatore e riparatore. Così, in breve tempo, tra le mani dei ragazzi prendono di nuovo vita pianoforti, violini, batterie e strumenti locali come l’erhu. Quest’ultimo è forse lo strumento musicale più evocativo della Cina.
Il professore ha ancora nella mente il ricordo della prima lezione di musica e gli occhi dei suoi giovani studenti che brillavano di curiosità davanti gli strumenti. «La maggior parte degli studenti – ha dichiarato – sono tibetani: cantare e ballare è il loro talento innato, ma in realtà, le lezioni di musica non sono semplici lezioni di canto. È importante anche imparare la teoria».
Un insegnante instancabile e il successo al festival di Shangai
Così, partendo dalla teoria di base, insegna loro a leggere la musica, a fare un’audizione, e infine a suonare gli strumenti. Dopo un mese, la maggior parte dei suoi ragazzi è in grado di leggere gli spartiti.
Intanto, però, si sta spargendo la voce dell’arrivo di un nUmo che uovo maestro. Da più parti, allora, le scuole si organizzano per le lezioni. Il tempo è così stretto che Zhao si ritrova a insegnate la sera tardi e i giorni festivi. Alla fine riesce a formare 60 insegnanti di musica part-time.
Dopo un anno, nel luglio 2020, Zhao termina il suo lavoro tra le montagne e torna a Shanghai. Ma il legame stretto con i suoi allievi attraverso la musica lo porta un paio di mesi dopo a tornare fin lassù. Vuole formare una band per portare i suoi ragazzi al festival musicale di Shangai.
E così accade. A fine novembre, solo un anno dopo aver ricevuto le loro prime lezioni di musica, 16 adolescenti dell’altopiano del Qinghai tengono il loro primo concerto in un teatro a Shanghai. Durante lo spettacolo di 90 minuti ballano e suonano, cantando in tibetano e cinese mandarino. È un successo. E gran parte del merito va al loro insegnate. «Zhao ha piantato il seme della musica nei nostri cuori», ha dichiarato alla stampa una delle sue allieve, la tredicenne Tenzin Kunsang.
I programmi dopo la pensione
Zhao andrà in pensione alla fine di quest’anno e spera che l’entusiasmo dei bambini per la musica e per la vita non diminuisca. «Molti di loro – ha detto ai giornali -, quando non studiano, trascorrono la maggior parte del tempo a portare gli animali al pascolo. Spero che la musica accenda in loro la passione per la conoscenza e per un nuovo progetto di vita».
Lui, intanto, per il futuro ha ancora molti progetti: «Per prima cosa formeremo online nuovi insegnanti, poi offriremo lezioni di musica agli studenti attraverso Internet e grazie alla presenza di maestri qualificati nelle aule aiuteremo i bambini ad imparare».
Un ecosistema fragile e l’eredità del professor Zhao
Il Tibet ha il maggior numero di montagne più alte al mondo. Rappresenta così il più grande serbatoio di ghiaccio, dopo i due poli. È anche una riserva di minerali preziosi, come il litio, di petrolio e di gas.
L’altopiano simboleggia le tre crisi che il mondo si trova oggi ad affrontare: una crisi delle risorse naturali, una crisi ambientale e una crisi climatica. Secondo i più importanti scienziati, infatti, le recenti ondante di caldo in Europa sono legate alla perdita di ghiaccio sul plateau.
Il governo cinese sta cercando di mettere in atto politiche che proteggano l’ecosistema unico dell’altopiano e sfruttare le risorse naturali in modo sostenibile. L’ultima iniziativa è l’istituzione di parchi nazionali sull’altopiano del Qinghai, nella regione dove Zhao ha trasmesso ai suoi ragazzi la passione per la conoscenza, stimolandoli alla ricerca di un mondo migliore. Il loro.
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