Robot in corsia, teleassistenza per i ricoverati nei reparti, consulti online… La sanità digitale ha cominciato ad accelerare. Sono sempre più diffuse le piattaforme collaborative e di comunicazione per un’assistenza medica a distanza. Tutto, ovviamente, per ridurre il rischio di trasmissione del Coronavirus tra pazienti e operatori sanitari.
«Come si sente, oggi?»
Ogni mattina il medico di turno in corsia, con il suo seguito di collaboratori, rivolge la fatidica domanda ai pazienti. Oggi però il “giro di visita” potrebbe subire, causa Covid, alcune radicali trasformazioni. La famosa riunione mattutina di coordinamento potrebbe diventare ben presto virtuale. È quello che stanno cercando di fare al Massachusetts General Hospital di Boston. I risultati di questo nuovo approccio sono descritti in un articolo pubblicato su Lancet Digital Health.
Rispettare il distanziamento sociale grazie al giro virtuale
Gli autori dello studio hanno spiegato che, in precedenza, gli operatori sanitari della struttura si riunivano in gruppi multidisciplinari da 8 a 10 persone. Con le nuove normative sul distanziamento sociale questo è ora impossibile. Di qui l’idea di creare un giro di visita virtuale: 1 o 2 operatori sanitari sono fisicamente presenti nel reparto, tutti gli altri invece sono in collegamento, mediante piattaforme collaborativa, da casa o da altre zone dell’ospedale.
Un nuovo approccio digitale alla salute
In tal modo si crea una replica digitale delle normali visite mediche evitando l’affollamento. Non vengono meno l’aspetto confidenziale del lavoro di gruppo, il supporto sociale, la gestione delle attività e la condivisione delle immagini.
Per arrivare a questo risultato, l’equipe di studio ha dovuto superare alcuni problemi tecnologici e organizzativi. I risultati però si sono rivelati importanti. C’è, ad esempio, un vantaggio: il personale medico e infermieristico in isolamento può contribuire a distanza. Così come possono partecipare altre figure professionali. Senza contare la minore pressione psicologica sul paziente. Inoltre, i team virtuali potrebbero sperimentare meno traumi psicologici causati dall’allontanamento fisico e dall’utilizzo di dispositivi di protezione individuale.
I pro e i contro del giro virtuale
In passato, secondo gli autori dello studio, una delle maggiori critiche mosse alla visita virtuale era che spersonalizzava la relazione medico-paziente. A discapito ovviamente del buon esito delle cure. Ora, invece, è proprio l’erogazione a distanza il più grande vantaggio dell’assistenza virtuale.
I mezzi digitali riducono le distanze. Inoltre, grazie alla loro possibilità di interconnessione, il giro visita si può arricchire di tanti e diversi partecipanti. È un grande vantaggio per la didattica, visto che è uno dei momenti formativi cardine del personale sanitario, e per la consultazione con altri specialisti. Senza contare che è molto più facile sincronizzare persone attorno a un evento digitale.
Il modello Usa potrebbe funzionare anche in Italia. Per essere efficiente però avrebbe bisogno di un sistema ospedaliero totalmente informatizzato. Le piattaforme online permetterebbero di discutere i casi clinici in videoconferenza, ma servirebbe una cartella clinica informatizzata, disponibile online e condivisibile. Una realtà che da tempo esiste al Massachusetts General Hospital e che ad oggi stenta a decollare negli ospedali italiani.
© Riproduzione riservata