Oggi a Roma al via la sesta edizione di “Run for Liver”, una corsa di 5 km non competitiva aperta a tutti. Un’iniziativa organizzata dalla Fondazione Campus Bio-medico per promuovere la prevenzione di sindrome metabolica e patologie epatiche. L’intervista all’epatologo clinico Giovanni Galati
Per mantenersi in salute ci vuole fegato. La sindrome metabolica e la steatosi epatica (nota come “fegato grasso”) affliggono il 30% degli italiani ed è sempre più in crescente ascesa dai 50 anni in su. Ma è in progressivo aumento anche tra i più giovani in seguito al dilagare dell’obesità e della sedentarietà.
L’intervista all’epatologo clinico Giovanni Galati
Si tratta di un quadro clinico complesso, tuttavia prevenibile con un corretto stile di vita ci spiega Giovanni Galati, epatologo clinico ed ecografista presso il policlinico universitario Campus Bio-Medico.
“La sindrome metabolica, la cui diagnosi è sempre più diffusa nella popolazione mondiale, si caratterizza per la presenza di ipertensione arteriosa, alterazione del profilo lipidico, alterazione della glicemia o diabete, e sovrappeso-obesità. Quest’ultima è calcolata tramite la misurazione della circonferenza addominale (80 cm nelle donne e 94 cm negli uomini). Il fatto che si faccia riferimento alla circonferenza dell’addome piuttosto che ad altri indici di sovrappeso, individua subito il problema centrale: il grasso viscerale. Il grasso che è dannoso per l’organismo e che si associa al fattore di rischio cardiovascolare”, afferma Galati.
“Questo grasso viscerale, per intenderci quello presente vicino agli organi (e quindi anche il cuore), è responsabile della sindrome da insulino-resistenza, che si caratterizza per un malfunzionamento ormonale determinato, da un accumulo di trigliceridi all’interno delle cellule epatiche ed in ultima fase lo sviluppo della steatosi epatica, chiamata comunemente “fegato grasso”. Questo è uno dei meccanismi alla base dello sviluppo della steatosi epatica, insieme a multipli stimoli “tossici” per il fegato, la predisposizione genetica e l’impatto dello stile di vita”.
Quali sono le strategie terapeutiche e preventive da adottare per tornare alla normalità?
“La grande maggioranza delle persone affette da sindrome metabolica e fegato grasso possono curarsi, facendo tornare il quadro alla normalità, con l’ausilio di un approccio multidisciplinare che si caratterizza per un intervento dietetico e una sana attività fisica”, sostiene Galati. “Promuoviamo in tal senso l’approccio “mediterraneo” con giusto equilibrio di carboidrati, proteine e grassi, limitando l’uso di zuccheri semplici, grassi saturi e soprattutto alcolici”.
“È indicata inoltre la pratica di circa 30 minuti giornalieri di attività fisica aerobica moderata, o l’attività fisica intensa per almeno un’ora e mezza tre volte a settimana. In tale contesto è suggerita la camminata sportiva o la corsa, come attività a più alto dispendio energetico. Una percentuale di pazienti, tuttavia, può sviluppare un danno cronico epatico (steatoepatite), sino alla fibrosi negli stadi più avanzati”.
L’importanza della valutazione multidisciplinare
“Oggi è possibile ricorrere alla valutazione multidisciplinare farmacologica che aiuti nel controllo del peso e dei meccanismi alla base della sindrome metabolica, utilizzando molecole capaci di agire sul senso di sazietà o sull’insulino-resistenza. Recentemente è in fase di studio avanzato una molecola che agisce come “acceleratore metabolico”, attivando recettori della tiroide presenti su fegato e modulando il metabolismo dei grassi, riducendo la steatosi epatica e l’infiammazione ad essa collegata. Ed in fase di studio vi sono molecole che agiscono su particolari enzimi alterati nel paziente che soffre di steatosi epatica, con terapie definite target”, continua Galati. “Il fegato grasso, dunque, è una patologia curabile con un approccio multidisciplinare ritagliato sul singolo paziente. La consapevolezza dei fattori di rischio associati allo sviluppo della malattia ed alle modifiche dello stile di vita costituiscono ancora oggi la base essenziale di ciascun cambiamento e guarigione”
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