Si sono dovuti reinventare, da un giorno all’altro, a causa di una pandemia che, all’improvviso, ha chiuso le porte delle scuole. E ce l’hanno fatta.
Hanno portato a termine un anno scolastico, quello 2019/2020, che si è svolto per quasi la metà grazie alla didattica a distanza. Nell’anno appena concluso – 2020/2021 – hanno intervallato la DAD, cioè la didattica a distanza, a quella in presenza. Mascherine, visiere, igienizzanti sono stati il loro nuovo mantra. Ma hanno portato a termine la missione, gli insegnanti italiani. E ora si augurano che, l’anno appena iniziato, non regali altre brutte sorprese.
Una scuola sempre più senior, sempre meno under
In Italia l’età media degli insegnanti sfora i 54 anni. Ci sono sempre più ultrasessantenni e sempre meno under 40. Per non parlare degli under 30: possono essere definiti delle vere e proprie “mosche bianche”.
È questa la fotografia del nostro mondo dell’insegnamento. Ed è soprattutto tinto di rosa: l’82% dei docenti infatti è donna, sono addirittura il 99% nella scuola dell’infanzia, due casi su tre alle superiori.
Sono oltre 8.200 gli istituti scolastici sul nostro territorio. A livello di cifre, il numero più alto di insegnanti si trova in Lombardia, dove se ne contano, in servizio, oltre 100mila. Differenziando per ordini di scuola, esce fuori che 300mila docenti sono impiegati nelle scuole secondarie di secondo grado; un po’ meno nella scuola primaria. Ammontano all’incirca a 200mila gli insegnanti nella scuola secondaria di primo grado; analoga è la cifra di quelli impegnati nell’infanzia (la fascia di alunni tra i 3 e i 6 anni).
Un ruolo cruciale per l’Agenda 2030
Gli insegnanti sono chiamati ad essere degli attori indispensabili per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione. L’obiettivo 4, infatti, mira proprio a fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, nonché opportunità di apprendimento per tutti. E per incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l’abbandono scolastico, è necessario il loro apporto. È grazie all’operato degli insegnanti, infatti, che l’educazione dei giovani può volgere alla qualità, oltre che a un’equa e inclusiva opportunità di apprendimento per tutti.
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