Fra 20 anni in Italia saremo anziani, pensionati e bisnonni di città, alle prese con la necessaria espansione della sanità e un welfare da riequilibrare. Il Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, intervenendo agli Stati Generali della Natalità, ha raccontato come sarà il nostro Paese in numeri.
In Italia fra 20 anni: bisnonni, pensionati e grandi città. È il quadro disegnato dal Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso degli Stati Generali della Natalità che si sono tenuti lo scorso 14 maggio a Roma.
Fra 20 anni gli anziani cresceranno del 40%
Tra dieci anni – stima l’Istituto – gli anziani aumenteranno del 28%, per arrivare fra 20 anni a + 40%. A causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione, ci sarà dunque una costante crescita della domanda sul fronte sanitario.
Fra pensionati e lavoratori, un welfare da riequilibrare
Da 26 potenziali pensionati (in età 65 e più) per ogni 100 potenziali lavoratori (in età 20-64) nei primi anni 90, si è giunti a 39 potenziali pensionati per ogni 100 nell’ultimo quinquennio. Un cambiamento nei rapporti economici destinato ad acuirsi fra 20 anni e che richiede dunque di adeguare la distribuzione delle risorse per mantenere il welfare in equilibrio.
Dai piccoli centri alle grandi città
Fra il 2014 e il 2019, in Italia, i residenti sono diminuiti di 705mila persone. Nel solo 2019 sono stati conteggiati meno 175mila residenti. Il calo ha riguardato 5.620 i comuni (71%) ove risiedono i due terzi della popolazione. A questo calo, si è aggiunto quello del primo anno di pandemia, il 2020: meno 384mila abitanti. Penalizzati soprattutto i piccoli centri delle aree interne e di montagna del Paese, sempre più spopolati.
In oltre 4000 comuni più bisnonni che pronipoti
In 4.572 comuni con 25,5 milioni di residenti, al 1 gennaio 2021 ci sono più ultraottantenni bisnonni che pronipoti con meno di 10 anni. Il dato medio nazionale è di circa 1 a 1. In 1.088 comuni i bisnonni sono il doppio dei pronipoti e solo in 362 la metà.
«Senza adeguati interventi, capaci di contrastarne le cause, il costante calo della natalità è destinato a persistere – ha spiegato Blangiardo – anche quando si saranno esauriti gli effetti negativi prodotto dal Covid-19. Attorno alla metà del secolo si va configurando la possibilità di scendere anche sotto i 350mila nati annui».
Basterebbero 500mila bambini in più
Secondo il Presidente dell’Istat, se entro il 2030 nascessero 500mila bambini, con una speranza di vita di 82 anni per un maschio e 86 per una femmina, la popolazione italiana acquisirebbe “42 milioni di anni-vita”. Il 51% degli anni-vita verrebbero spesi in età produttive, il 22% in età di formazione e il 27% in età di pensione. Nelle nuove generazioni, inoltre, attualmente la prospettiva è di vivere mediamente 53 anni da pensionato per ogni 100 di lavoro: un rapporto che è di un terzo più favorevole agli equilibri di welfare rispetto al 79 per 100 che oggi caratterizza il complesso della popolazione italiana.
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