«Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha istituito una commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana»: con queste parole il Governo ha annunciato – lo scorso 21 settembre – la volontà di dare priorità alla cura degli anziani. Dopo le prime impressioni di cittadini e personalità, Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ha twittato: «Oggi arriva una bella notizia per quanti chiedono da tempo una riflessione e una riforma del sistema di assistenza agli anziani».
Alle radici della riforma c’è il Covid
La recente pandemia ha mostrato l’esigenza di una progettualità innovativa per l’universo dei senior. È emersa la necessità di ripensare le politiche di assistenza sociosanitaria per loro e la Commissione, dal canto suo, dovrà aiutare le Istituzioni a proporre le necessarie ipotesi di riforma.
La Commissione, uno strumento di transizione?
Il nuovo organismo si riunisce per la prima volta oggi, 28 settembre, ed è composto da personalità del mondo scientifico e sociale. Tra i nomi c’è quello di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, di Mario Barbagallo, presidente della International Association of Gerontology, e di Leonardo Palombi, ordinario di Epidemiologia.
La Commissione dovrebbe rappresentare uno strumento per favorire il passaggio dalla residenzialità ad un’efficace presenza sul territorio. L’idea è raggiungere l’obiettivo mediante l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina. Lo scopo è infatti valorizzare le convivenze tra anziani, il cohousing e le esperienze delle case famiglia, alimentando allo stesso tempo il sostegno alle famiglie perché possano mantenere in casa i loro anziani.
Chi c’è a capo della Commissione
A presiedere i lavori è stato chiamato Monsignor Vincenzo Paglia. Da sempre impegnato nel sociale, nel ringraziare per l’incarico, ha dichiarato: «La Commissione rappresenta un prezioso strumento per passare dalla residenzialità ad una efficace presenza sul territorio». Ha quindi augurato: «L’auspicio è che l’Italia, Paese tra i più longevi ed anziani del mondo, possa mostrare un nuovo modello di assistenza sanitaria e sociale che aiuti gli anziani a vivere nelle loro case, nel loro habitat, nel tessuto famigliare e sociale».
Superare le contraddizioni e riorganizzare il modello dell’assistenza
Lo stesso Monsignor Paglia ha ricordato che l’idea è nata durante la pandemia, quando sono venute alla luce molte criticità. La speranza è che ora si possano superare le contraddizioni di una società che vuole una vita sempre più lunga. Anche se «non sa cosa fare degli ultimi anni», ha ammesso amaramente.
«L’intento – ha spiegato – è trovare proposte per riorganizzare il modello sanitario assistenziale e sociosanitario per la persone anziane. Vorrei che gli ultimi anni della vita di noi anziani possano essere vissuti dove li viviamo ora». Perché, ha concluso: «La maturità di una società si vede da come tiene a casa i propri anziani anche quando si indeboliscono».
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