È stato pubblicato a luglio uno studio della Banca d’Italia dal titolo Turismo in Italia: numeri e potenziale di sviluppo (Collana Occasional Papers – Questioni di Economia e Finanza). Fotografa un settore economico in crescita e con grandi potenzialità. Si analizza il turismo sotto vari profili: peso economico, capacità produttiva, andamenti, tendenze, posizionamento, fino a una conclusione dedicata alle politiche per il turismo. Il suggerimento che ne emerge, per i responsabili del settore, è ad aprirsi alla contemporaneità del marketing territoriale e aziendale. Questi gli andamenti negli ultimi anni: l’offerta alberghiera si è posizionata su strutture di maggiore qualità, mentre l’offerta extra-alberghiera si è ampliata, sostenuta dalla diffusione della sharing economy e dei canali di intermediazione online. Si evidenziano però potenzialità turistiche ancora inespresse, soprattutto nel Mezzogiorno.
Negli ultimi 20 anni, il turismo ha conosciuto insomma una straordinaria espansione a livello mondiale, sostenuta dalla riduzione dei costi di trasporto, dalla crescita dei livelli di reddito nelle economie emergenti con l’enorme incremento del bacino dei potenziali viaggiatori. Questi, poi, sono i dati che riguardano da vicino la classificazione per età dei turisti entrati nel nostro Paese in questo periodo: per tutte le aree di provenienza (Europa, Asia, America Latina, Usa, etc.), la crescita degli arrivi per motivi di vacanza ha riguardato, in particolare, i viaggiatori tra i 25 e i 34 anni, aumentati in media del 7,7% all’anno. Nelle altre classi di età, la crescita è stata compresa tra il 4,5% della classe 15-24 anni e il 6,1% degli over 65.
La scelta del tipo di vacanza risulta, con una certa evidenza, associata all’età degli intervistati che lo studio della Banca d’Italia compara a quella del viaggiatore tipo. Al crescere dell’età si riduce la probabilità di scegliere una vacanza culturale: la differenza, rispetto al viaggiatore tipo, si riduce per le classi di età più mature, fino a diventare negativa per gli over 65, i quali scelgono di più le vacanze montane e rurali. Per la sola vacanza al mare lo scostamento è negativo (minor probabilità di scegliere questa destinazione) e resta sostanzialmente invariato per gli under 45; diventa positivo nelle classi di età superiori. Un turista straniero che viaggia da solo è più incline a visitare le città d’arte, mentre va più difficilmente in una località balneare. I gruppi con bambini fino a 14 anni, privilegiano la vacanza al mare; per questi gruppi anche la probabilità di scegliere una vacanza in montagna o rurale è più elevata nel confronto con il viaggiatore tipo; meno scelte le mete culturali, vista la prevalente influenza dei più piccoli nella scelta del prodotto turistico da parte delle famiglie.
Interessante è incrociare il dato per età nel caso si tratti della prima visita in Italia o di un ritorno nel nostro Paese. La probabilità di scegliere una vacanza culturale sfiora il 70% per il viaggiatore tipo, scende al 50% in caso di ritorno nella Penisola, in particolare a vantaggio della scelta di una vacanza rurale o balneare. Questo divario cresce, sempre in caso di “opzione meta culturale”, se si tratta di viaggiatori over 65 che, in caso di prima visita, hanno percentuali analoghe al viaggiatore tipo mentre, in caso di successivo viaggio, hanno decrementi maggiori rispetto alle altre classi di età.
© Riproduzione riservata