La risposta alla crisi abitativa della popolazione anziana in Inghilterra? Costruire ospizi.
Questa parola suggerisce immediatamente immagini di luoghi tristi e bui, abitati da anziani poveri e bisognosi, che vivono quasi al limite della soglia di povertà, ma ciò di cui stiamo parlando è tutta un’altra storia. In Inghilterra gli architetti stanno cominciando a mettere mano alla progettazione abitativa per gli anziani, dal momento che il numero della popolazione che ormai ha superato gli 85 anni di età, è pronta a raddoppiare nei prossimi 25 anni. Il grande dilemma della politica, attualmente, è se trattare la crescente popolazione anziana come un peso medico /assistenziale o piuttosto come una questione civica, individuando i modi migliori affinché gli anziani siano integrati nel tessuto sociale della comunità.
Secondo Ken Worpole, accademico e esperto di architettura, “Se il XX secolo è stato il tempo dell’infanzia, il XXI sarà quello della vecchiaia. Ma i politici preferiscono trattare gli anziani principalmente come un problema medico”, continua, e conclude. Alla fine per i politici è più semplice spendere denaro nel comparto sanitario, piuttosto che investire in creatività, contribuendo a far crescere comunità resilienti in cui gli anziani non siano considerati cittadini di serie B”.
Il vecchio modello delle case di cura istituzionalizzate sta perdendo terreno a favore di “luoghi dell’invecchiamento” che permettano agli ospiti di poter continuare a partecipare alla vita della comunità locale, favorendo l’integrazione degli ospiti. Un nuovo movimento per gli alloggi si rifà ai canoni abitativi degli ospizi del X secolo, offrendo abitazioni protette dall’esterno, ma indipendenti, che spesso si affacciano su un cortile circolare comune. Il tutto per un affitto non economico ma abbordabile. Molti offrono collegamenti diretti con il mondo esterno e varie attività di carattere sociale.
Worpole è stato coinvolto nello sviluppo di una nuova residenza di questo tipo vicino Londra, in un paesino chiamato Bermondsey. Il progetto è stato richiesto da una società di beneficienza vecchia di 500 anni, la United St Saviour e dovrà essere completato entro l’autunno del 2020. Il modello di riferimento è quello di una comunità in cui i residenti sono coinvolto nella vita del vicinato e prevede negozi, birrerie, parchi e attività sociali. Tutto è strutturato in modo da favorire le relazioni tra le persone, Il sito della costruzione si affaccia su una strada affollata ed è accessibile al pubblico esterno. Il lato frontale delle sale comuni sarà di vetro.
Al momento si tende a spostare le persone anziane dal centro alle zone periferiche delle città, dislocandole lontano dalle comunità. Per molte di loro è la morte sociale. Al contrario gli anziani devono essere incoraggiati a costruire le loro vite e a farsene carico: l’atteggiamento passivo verso la vita è il primo segnale di disinteresse verso di essa.
Un altro esempio di approccio a questo tipo di pensiero è il progetto OWCH (the Older Women’s Co-Housing), realizzato a nord di Londra, a Barnet, un’esperienza di coabitazione tra sole donne di età compresa tra i 53 e i 90 anni. La struttura, completata 3 anni fa, si compone di 25 appartamenti ed è un modello di autogestione, con tutte le residenti coinvolte nel prendere le decisioni collettive.
SINTESI DI: The solution to ageing Britain’s housing crisis? Build almshouses, Harriet Sherwood, www.theguardian.com, 17-10-2019
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