Non c’era stato uno sciopero di simile durata dal 1968. In Francia, l’ultimo effetto delle agitazioni sindacali è stata la chiusura dei battenti del Louvre – venerdì scorso – dopo che una sessantina di persone ha bloccato gli ingressi per protestare contro la riforma delle pensioni. Perché, stando ai sindacati, il parziale passo indietro del Governo francese “non ha convinto”.
L’âge pivot, ovvero la nuova età per andare in pensione
Il Governo in questione è quello guidato da Edouard Philippe, che ha annunciato di recente una parziale retromarcia sulla riforma. L’Esecutivo si è infatti detto disposto a modificare il punto del progetto di legge sulla riforma riguardante l’età della quiescenza, principale punto di scontro coi sindacati. Al centro degli oltre 40 giorni di protesta popolare, che ha investito soprattutto il trasporto pubblico, la cosiddetta âge pivot (età pensionabile, meglio detta “età di equilibrio”) fissata a 64 anni. Una revoca temporanea dal progetto di legge che continua, però, a destare diffidenza tra i lavoratori.
Come funziona oggi
Annunciata durante la campagna elettorale, la Riforma – voluta da Macron – punta a introdurre la soglia minima di 64 anni per andare in pensione senza decurtazioni al trattamento previdenziale. Oggi, infatti, la stessa soglia è fissata a 62 rivelandosi di fatto una tra le più basse fra i Paesi Ocse. Ma non è tutto.
La “galassia” pensionistica francese
Il sistema pensionistico francese, infatti, è piuttosto complicato. Conta ben 42 casse, ognuna con termini e condizioni differenti. Qualche esempio? I ferrovieri vanno in pensione a 50 anni; i lavoratori del Metrò di Parigi a 55 mentre smettono di lavorare a 62 molti dipendenti del settore privato. Come se non bastasse, c’è chi va in pensione col sistema retributivo e chi, al contrario, si congeda dal mondo del lavoro con una pensione calcolata col contributivo.
Una Riforma a punti cumulabili
Una volta approvata, la Riforma introdurrebbe un sistema a punti cumulabili durante gli anni di carriera e convertibili in pensione. Un modo per abbattere le attuali differenze tra lavoratori contenendo il deficit. Stando alla previdenza sociale francese, infatti, il Paese d’Oltralpe si avvia verso un deficit destinato a sfiorare un range tra 7,9 e 17,2 miliardi nel 2025, anno in cui entrerebbe a pieno regime la Riforma Macron.
Le contrarietà delle categorie di lavoratori
Il braccio di ferro tra Sindacati e Governo sulle proposte dell’esecutivo non accenna a diminuire. Secondo il quotidiano Liberation, per contenere l’impatto sulla busta paga, molti lavoratori in lotta da quasi due mesi potrebbero cambiare natura delle proteste con scioperi a intermittenza od occupazioni. Intanto, ciò che i sindacati dimostrano è una certa diffidenza rispetto alle rassicurazioni del presidente Macron e dell’Esecutivo. Per i sindacati, il calcolo delle pensioni col sistema dei punti abbasserebbe l’assegno pensionistico, costringendo i lavoratori a restare occupati più a lungo pur di garantirsi la pensione che desiderano. Il nuovo sistema (che riguarderebbe solo i nati dopo il 1975) non prevederebbe alcuna agevolazione anche per i lavori più usuranti come quello dei ferrovieri che, sottoposti a orari lunghi, turni notturni e festivi, avrebbero un’aspettativa di vita inferiore ad altre categorie.
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