La sveglia presto al mattino. Poi, in attesa davanti al Monte di Pietà. Aumenta il numero degli italiani messi in ginocchio dalla pandemia e costretti a impegnare oggetti personali in cambio di liquidità.
Siamo stati al Banco dei Pegni di Roma, nel primo giorno di allentamento del lockdown. È nello storico quartiere di Campo de’ Fiori, dove già di prima di mattina la gente si ritrova, in attesa che, alle otto, aprano gli sportelli.
C’è un’atmosfera composta e silenziosa. Tutti rigorosamente in ordine sparso. A scandire i tempi d’ingresso – quando il portone si aprirà – è una voce che ci si dà l’un con l’altro: «Chi è l’ultimo?». E si aspetta con pazienza.
L’attesa e il bisogno davanti al Monte di Pietà
Tra chi attende, c’è poca voglia di parlare e chi si apre lo fa con non poco imbarazzo. «Guardi a cosa siamo arrivati», ci dice una donna mostrando la mano. Una mano robusta, di chi ha lavorato tanto. «Oggi impegno le fedi, mia e di mio marito. D’altronde, almeno, così si può mangiare». E poi ci racconta di aver sempre lavorato in nero facendo le pulizie in casa e di un marito che può contare giusto su 500 euro di pensione. Proviamo a domandarle come ci si sente: «Umiliati – dice -. Ma non c’è altro da fare».
Come lei, sono a decine in attesa. Perlopiù anziani, per lo più con la pensione minima o gente coi figli da aiutare. Specie chi è rimasto a casa a seguito del Covid, senza protezioni economiche. Una donna ci dice: «Mio marito si è ammalato, non è più riuscito a lavorare e ci siamo trovati costretti a svendere casa. Prima del Coronavirus ci arrangiavamo facendo mercatini ma, adesso, nulla. Tutto fermo, tutto chiuso: abbiamo portato catenine, qualche anello, un orologio. Quanto basta per avere qualcosa da portare a casa». Quanto spera di ottenere, le domandiamo: «Non lo so – risponde -, ma il Monte è l’unica. Non possiamo mica ricorrere alla banca. Per un finanziamento, che garanzie gli diamo?».
Il volto dei nuovi poveri: soprattutto senior e commercianti
Così, in tanti, pazienti, si mettono in coda. «Chi è il primo?», domanda l’uomo della vigilanza privata, quando apre il Banco. «Mettetevi cortesemente in fila, così non si rischia che l’ultimo arrivato passi per primo».
«È la prima volta che viene?», domandiamo a una donna di 80 anni con gli occhi verdi e una mascherina turchese cucita a mano. «No, vengo per un rinnovo. Ho impegnato catenine mie, un po’ di oro di mio figlio che è morto e qualcosa che avevo ricevuto dopo la scomparsa di mia mamma». Le chiediamo se sta facendo fatica ad andare avanti: «Oggi, più che mai. Ho una casa che mi sono comprata con mille sacrifici al tempo della lira. Vivo con la “minima”. E non so più come fare la spesa. Pensi che per la casa di proprietà, non mi hanno dato nemmeno i buoni spesa. Ma io che faccio: mi mangio i mattoni di casa? Così, per fortuna, l’altro giorno, la comunità di Sant’Egidio mi ha portato un pacco coi viveri».
«Io invece mi sono trovata in difficoltà col mutuo», ci dice una signora abbastanza giovane. «Ora mi sto rimettendo in pari, ma che fatica». E per le spese extra ricorre al prestito su pegno. «Non c’è mica da vergognarsi», dice a una vicina che rifiuta le nostre domande. Ma l’altra risponde: «Sì, ma a me non me va de fa’ sape’ l’affaracci mia e poi mi fijo non lo sa che sto qua. Metti che lo viene a sape’, se scatena l’inferno».
«Oggi abbiamo visto un afflusso di clienti davvero impressionante rispetto alla scorsa settimana. Ma ciò che ci ha colpito, dall’inizio della pandemia, è che il profilo di chi si rivolge a noi è cambiato». A dircelo è Rainer Steger, condirettore Affide, la società che gestisce il Monte di Pietà. «Sono sempre più i commercianti che, magari prima, avevano modo di finanziarsi in altra maniera. Adesso, coi negozi chiusi e gli aiuti di Stato che stentano ad arrivare, ricorrono a noi sperando che questa crisi sia di breve durata».
E li ritroviamo lì su, i clienti, di nuovo in attesa. Sono gli stessi che abbiamo incontrato al mattino presto giù per strada. «È soddisfatta?», chiediamo a una donna che ha appena ottenuto la stima di un pacchetto col suo oro. «Non tanto – ci risponde-. Mi hanno dato poco, ma almeno è denaro pronto. Subito». Le chiediamo se conta di riscattarlo: «Lo spero. Nel sacchetto c’è pure l’oro della comunione di mia figlia».
Una volta tornati in strada, incontriamo la donna che, all’ingresso del Monte di Pietà, ci ha mostrato le fedi. Non ha più voglia di parlare: «Non riesco più a dire una parola. Altrimenti, mi metto a piangere». Le chiediamo delle fedi: «180 euro. Dopo diciott’anni di matrimonio». Si copre il volto con le mani: «Scusate, devo andare».
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