Sono arrivate le regole europee per far “dialogare” tra loro le App di contact tracing. Anche se in calcio d’angolo e con la stagione turistica ormai imminente. Stiamo parlando, ovviamente, delle varie Applicazioni attivate sui territori degli Stati Membri per monitorare la diffusione del Coronavirus.
C’è un “però”: potranno comunicare fra loro a patto che seguano il modello “decentralizzato”, cioè quello più protettivo della privacy. Avviene già nella stragrande maggioranza delle App. L’Italia, ad esempio, con Immuni si è adeguata a questo standard. La Francia, invece, ha scelto quello centralizzato e resterà al momento fuori da tali dinamiche.
Tutti d’accordo: ci deve essere interoperabilità
Dopo settimane di consultazioni, dubbi e verifiche, sembra si sia giunti ad una soluzione. Alla fine sono state concordate alcune specifiche tecniche per far funzionare le App.
Quasi si tratti di una sorta di roaming, da ora il tracciamento dei contatti funzionerà anche all’estero. Questo per scambiare dati anche se si vada in un altro Paese Ue. Oppure se qualcuno dall’area Ue viene in Italia.
Come già detto, l’interoperabilità è garantita dall’architettura decentrata, una specifica che riguarda la stragrande maggioranza delle App già lanciate. Una volta introdotta la soluzione tecnica, le applicazioni nazionali funzioneranno senza soluzione di continuità. Tra un Paese e l’altro.
Cosa vuol dire “Architettura decentrata” dell’App
Quasi tutte le App nazionali autorizzate si basano, come detto, su un’architettura decentrata. In parole povere vuol dire che tutti gli identificativi degli utenti percepiti in prossimità per un certo periodo di tempo restano sul telefono stesso. Non sono inviati ad alcun server esterno o cloud, ma è lo stesso smartphone a fare un controllo incrociato con gli identificativi degli utenti dichiarati infetti.
Il vantaggio della collaborazione tra App di contact tracing
Ed ecco il vantaggio dell’interoperabilità: controllare anche chi giunge da altri Stati Membri, senza dover scaricare diverse App nazionali. Se resta il dubbio sulla sicurezza, nessuna paura: le informazioni di prossimità saranno scambiate in modo cifrato così da impedire l’identificazione delle persone; non saranno utilizzati dati Gps. Inoltre, per ottimizzarne il tutto sarà realizzato un sistema che ridurrà la quantità di dati scambiati.
Non appena sarà tecnicamente possibile, gli Stati Membri aggiorneranno le App decentralizzate per consentire lo scambio di informazioni. Ma nel frattempo la Commissione Europea continuerà a lavorare per estendere l’interoperabilità anche a quelle App di tracciamento che hanno un’architettura centralizzata.
(Foto: Michele Ursi/Shutterstock.com)
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