L’Eurostat, l’Istituto di statistica europeo, ha pubblicato un vero e proprio atlante dei decessi in Europa per tassi e genere (2017) e cause di morte (2016). L’Italia è nella media dell’Unione Europea in quanto a numero di decessi ogni 100.000 abitanti; detiene però, anche se con numeri non eclatanti, il record delle morti per epatite, neoplasie del fegato e malattie del sangue. Siamo invece agli ultimi posti in Europa per le “cause esterne” di decesso, dovute cioè ad aggressioni, avvelenamenti, suicidi e cadute.
Le prime cause di morte nell’Unione, anche se nell’ultimo decennio con tassi di mortalità in calo, restano cancro e malattie del sistema circolatorio. Nel corso dell’ultimo secolo l’aspettativa di vita alla nascita, sempre secondo lo studio, è aumentata rapidamente grazie ad una serie di fattori, come la riduzione della mortalità infantile, l’innalzamento del tenore di vita, il miglioramento degli stili di vita e una migliore istruzione, nonché i progressi nella sanità e nella medicina.
Si tratta dell’indicatore più usato per analizzare i dati di mortalità che, dalla stessa rilevazione, risulta leggermente aumentata fra il 2016 e il 2017, anno in cui sono morte, nell’Ue a 28, circa 5,3 milioni di persone. Il numero annuale di decessi è il più alto osservato negli ultimi cinquanta anni con un tasso di mortalità calcolato in 10,3 morti ogni 1.000 abitanti nell’ultimo anno (2017).
L’aspettativa di vita alla nascita nei Paesi Europei, nel 2017, risulta essere di 80,9 anni (0,1 anni in meno rispetto al 2016). Quanto alle differenze di genere, per le donne raggiunge gli 83,5 anni (in calo dello 0,1 rispetto al 2016) e per gli uomini arriva a 78,3 anni (in crescita dello 0,1 rispetto al 2016). Per le donne, purtroppo, questo è stato il secondo calo dell’aspettativa di vita nell’Ue a 28 registrato dal 2002.
Nel complesso, tra il 2002 (primo anno della rilevazione statistica per tutti gli Stati membri dell’Ue) e il 2017, l’aspettativa di vita nell’Ue a 28 è aumentata di 3,2 anni, passando da 77,7 a 80,9 anni. L’incremento è stato maggiore per gli uomini (3,8 anni contro i 2,6 anni per le donne).
Notevoli restano le differenze fra i Paesi del Vecchio Continente: nel 2017, rispetto ai dodici mesi precedenti, l’aspettativa di vita è diminuita in 11 Stati membri. Tale riduzione è variata dai sei mesi del Lussemburgo (da 82,7 a 82,1 anni) al mese di Bulgaria (da 74,9 a 74,8 anni), Grecia (da 81,5 a 81,4 anni), Spagna (da 83,5 a 83,4 anni) e Austria (da 81,8 a 81,7 anni).
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