Una panoramica sui cambiamenti promossi dal ministero dell’Istruzione e del Merito dai giudizi ai provvedimenti disciplinari fino all’utilizzo del caro, vecchio diario
Criteri di giudizio, voto in condotta, sospensioni e utilizzo dei telefonini. Sono alcuni degli ambiti di intervento della riforma sottoscritta dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, allo scopo di «costruire una scuola che restituisca autorevolezza ai docenti e ripristini il principio di responsabilità individuale».
Alle scuole elementari i giudizi analitici lasciano posto a valutazioni più sintetiche e chiare: buono, sufficiente ecc. Il peso del voto in condotta incide sull’esito finale dell’anno scolastico: un cinque può condurre alla bocciatura, con il sei, debito assicurato in educazione civica alle scuole superiori. A fronte di una sospensione di due giorni al massimo, sono previste attività di riflessione e approfondimento con la produzione finale di un elaborato critico da parte degli studenti interessati. Per sospensioni più estese, scattano attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, mentre multe salate attendono chi si rende colpevole di aggressioni a presidi, docenti e personale scolastico. Provvedimenti, tiene a precisare il ministro Valditara, che non sono volti a punire ma a responsabilizzare gli studenti coinvolti e a ridare autorevolezza ai docenti. Nuove regole anche per l’uso dei telefonini: fino alla terza media è consentito solo in caso di specifiche esigenze, come disabilità e disturbi dell’apprendimento, laddove previsto da eventuali piani educativi individualizzati o piani didattici personalizzati. Ma la novità che si fa particolarmente notare è il ritorno del diario. Un’iniziativa – si legge nel provvedimento – «volta a sostenere, fin dai primi anni della scuola primaria, e proseguendo nella scuola secondaria di primo grado, lo sviluppo della responsabilità degli alunni nella gestione dei propri compiti».
Re indiscusso di zaini e, prima ancora, di vecchie cartelle, è stato detronizzato dall’avvento del registro elettronico, piattaforma online dalle molteplici funzioni. Tra queste, appunto, l’agenda che, gestita personalmente dai docenti, consentiva agli studenti una veloce consultazione dei compiti, ordinatamente suddivisi per giorni e materie.
Ma il diario, il ‘nostro’ diario, per noi ha rappresentato molto di più.
Colorato, spesso, grande o di piccole dimensioni, le sue pagine non hanno raccolto soltanto compiti, giustificazioni e disordinati appunti di tante generazioni. Il diario custodiva anche piccoli e grandi segreti, desideri e sfoghi veloci, brani di canzoni o incitamenti alla squadra del cuore, fino alle rapide partite di tris fatte furtivamente durante lezioni particolarmente noiose. Poi, disegni e dediche, tantissime dediche, a testimoniare timide amicizie nascenti o rapporti già consolidati.
E ancora, biglietti del cinema, del bus o dell’ultimo concerto rock, inviti a feste o foto dell’attore preferito. Scotch alla mano, come per magia, il diario diventava anche una sorta di album dei ricordi, custode degli eventi che scandivano quotidianamente le nostre vite.
Impossibile dimenticare le file in cartoleria per accaparrarsi quelli più in voga, tutti con un tema diverso: supereroi e calciatori per i più piccoli, Barbie o fiorellini per le ragazzine. Agli adolescenti, invece, bastava una semplice cover colorata o, al massimo, dedicata alla band musicale preferita.
Non sappiamo se oggi, nell’era della condivisione immediata da social, il diario potrebbe tornare a ricoprire il ruolo di un tempo. Probabilmente no. Certamente per noi, abbondantemente entrati negli ‘anta’, ha rappresentato un oggetto di grande valore perché a quelle pagine, oltre ai compiti, abbiamo affidato un pezzo importante della nostra giovinezza.
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