In Spagna l’imprenditoria femminile senior è in crescita. Intanto in Italia le donne con lavoro autonomo hanno un’età media di 49 anni (contro i 52 degli uomini) e guidano spesso imprese con più di un dipendente
L’imprenditoria femminile spagnola sta vivendo un’importante trasformazione, con un crescente numero di donne mature che scelgono di mettersi in proprio. Un dato significativo è che circa il 50% di loro ha un’età compresa tra i 45 e i 59 anni. La maggior parte nel settore del commercio. Questo fenomeno evidenzia che esperienza e maturità sono sempre più valorizzate nel mondo dell’imprenditoria femminile. I dati provengono da un rapporto della Federazione nazionale delle associazioni dei lavoratori autonomi-ATA. Questo, infatti, evidenzia come la crescita dei lavoratori autonomi in Spagna dal 2014 sia dovuta all’imprenditoria femminile. Il numero delle donne lavoratrici autonome sta crescendo del 13,8%, rispetto a solo l’8,2% degli uomini.
Cresce l’età media dell’imprenditoria femminile
Il rapporto riflette anche l’ascesa delle donne anziane che lavorano in proprio. L’analisi dei dati per età evidenzia che la fascia d’età 45-59 anni è quella con il numero più elevato delle lavoratrici autonome. Delle 1.249.474 donne contribuenti RETA (il regime che regola i contributi e la protezione sociale dei lavoratori autonomi), il 45% rientra nel range. Significativa è anche la fascia di età tra 60 e 64 anni, pari a 132.780 lavoratrici autonome. Inoltre, il rapporto mostra che ci sono 66.960 imprenditrici (5,36%) di età pari o superiore a 64 anni. Le over sono anche la fascia d’età che è cresciuta di più nell’ultimo decennio. In particolare, le donne iscritte al RETA di età compresa tra 50 e 59 anni sono aumentate di 80.312 unità dal 2014. Tuttavia, l’imprenditoria femminile sconta ancora il gap di genere. Le lavoratrici autonome, denunciano i sindacati, percepiscano pensioni medie inferiori del 25% rispetto agli uomini, confermando la precarietà che caratterizza la loro vita lavorativa.
Imprenditrici italiane: dati Istat sull’età e il divario di genere
Situazione analoga anche in Italia. Prendendo i dati Istat sull’imprenditoria femminile notiamo che nel paese le imprenditrici hanno un’età media più bassa (49 anni) dei loro colleghi maschi (52 anni). La maggiore presenza di giovani tra le imprenditrici contribuisce ad attenuare, ma non cancella, il forte squilibrio di genere. Nella classe di 50 anni e più le donne rappresentano il 26,5% del complesso degli imprenditori. Lo squilibrio dell’imprenditoria femminile si riduce leggermente nella classe di età centrale (33%) e in modo più consistente tra i più giovani, dove la quota femminile raggiunge il 37,1%. Rispetto al 2015 la quota di donne cresce in tutte le classi di età ma soprattutto tra le under35 (+1,7 punti) e tra le 35-49enni (+2 punti).
Imprenditoria femminile: analisi dei dati sui dipendenti in Italia
Poco meno di un milione di donne imprenditrici svolge un’attività senza dipendenti (64,8% a fronte del 62,4% degli uomini). Il 14,8% ha un solo dipendente (contro il 14,3% degli uomini), il 16,6% (contro 18,5%) ha tra i due e i nove dipendenti, il 3,8% 10 o più dipendenti (a fronte del 4,7% degli imprenditori). L’assenza di dipendenti caratterizza soprattutto l’attività imprenditoriale delle under35 (72,8% contro il 67,2% dei coetanei maschi). Infatti, le imprenditrici con 50 anni sono spesso alla guida di imprese con più di un dipendente. Il 18,8% delle ultracinquantenni ha tra i due e i nove dipendenti a fronte dell’11,8% delle under35: il 4,6% ha più di 10 dipendenti a fronte del 2,2% delle più giovani.
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