Obsolescenza programmata… No, non è il nome di una patologia. In realtà, con questa si intende “una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato”. In sintesi, si potrebbe tradurre con l’espressione “costruito per rompersi”.
Una volta i prodotti sembravano durare in eterno. Il loro valore aggiunto era la resistenza. Un tempo c’erano televisori capaci di durare decenni. Si possono ancora trovare in giro phon, con inusuali spine Anni ’60, perfettamente funzionanti; lavatrici in funzione da circa 40 anni che non sembrano avere intenzione di andarsene in pensione; giradischi di 50 anni fa che non perdono un colpo. E la lista si potrebbe allungare all’infinito.
Ricominciano a riparare quello che acquistiamo
Tutti questi oggetti non sono finiti nella discariche, molti di loro campeggiano ancora in cantine e soffitte. Abbandonati. Conquistati dalla polvere. Non si sono rotti, quindi nessuno ha pensato a buttarli. Hanno finito con lasciare spazio al nuovo. E poi, cosa è successo? È successo che è diventato più conveniente comprare un elettrodomestico nuovo piuttosto che farlo riparare. Lì per lì poteva sembrare la scelta migliore, ma ora l’ambiente ci sta presentando il conto.
Una volta ci divertivamo nel riparare le cose. Era tutto sommato un modo per capire come funzionavano e teneva in allenamento mente e manualità. Pensiamo solo a quella vaga sensazione di soddisfazione per aver sistemato qualcosa che non funzionava più. Oggi il Web ci può dare una mano in questo senso. Sono tanti i siti dedicati alla riparazione degli oggetti più disparati. Lo fanno attraverso community di volontari che pubblicano manuali e tutorial che spiegano passo passo come riparare, ad esempio, un computer.
“iFixit”, ovvero il diritto di sistemare le cose
Il Web ci offre una grande quantità di siti di riparazioni, ma qui ci limiteremo ad una delle comunità più attive su questo fronte, quella di iFixit. Ha fatto della riparazione e rigenerazione di ciò che è rotto la sua bandiera. È anche grazie alle sue campagne di sensibilizzazione che riparare è ormai riconosciuto un “diritto” del consumatore.
Sul sito ci sono manuali e tutorial, in inglese ma anche in italiano, per rimettere in sesto soprattutto pc, tablet e smartphone. Un motore di ricerca consente di trovare i dispositivi che sono stati caricati con le relative istruzioni per affrontare i guasti più diffusi. Le guide sono molto dettagliate, step by step, con immagini e consigli pratici anche per il tipo di attrezzi da impiegare. Attenzione però, è sempre bene non improvvisarsi riparatori solo perché si è guardato un tutorial sull’argomento. Questo non ci rende tecnici esperti. Molti dispositivi che possediamo dispongono in genere di una garanzia che, una volta “aperto” il prodotto, potrebbe non essere più valida. Valutiamo sempre se sia il caso di mettere mano o meno.
iFixit non si limita all’elettronica più evoluta. È possibile trovare guide per riparare l’auto, tantissimi tipi di elettrodomestici, sostituire un lavandino o recuperare il tessuto di una giacca impermeabile. Insomma, c’è un po’ di tutto.
Sebbene la piattaforma di iFixit sia vastissima, potrebbe capitare di non trovare ciò che cerchiamo. In tal caso c’è anche un forum per i quesiti. Dispone inoltre di uno store per acquistare pezzi di ricambio e kit per riparazioni.
I Repair Cafe… Se proprio non ce la fate a riparare da soli
Non si poteva chiudere senza trattare per un momento i Repair Cafe. Nati nel Nord Europa si tratta di incontri in cui le persone riparano dispositivi elettronici e meccanici, biciclette, abbigliamento, ecc. Offrono però anche la possibilità, quando gli oggetti non sono più riparabili, di imparare a utilizzarne le parti utili per nuovi progetti, fornendo un’alternativa creativa alla rottamazione. Organizzano incontri, corsi e workshop gratuiti, oltre a iniziative di riciclo, e in Italia sono nati da tempo i primi gruppi.
Sarà più facile riparare gli elettrodomestici in Europa
Pochi mesi fa, quasi del tutto inosservato, è passato un nuovo piano di regole della Commissione europea per diminuire i costi della bolletta energetica e preservare l’ambiente. Le misure entreranno in vigore dal 2021 e riguarderanno i prodotti commercializzati nel mercato continentale. Le aziende dovranno garantire pezzi di ricambio per frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e televisori fino a 10 anni dall’acquisto.
Ma la normativa sull’ecodesign è stata estesa anche ai server, quindi a prodotti informatici più complessi.
Insomma, non saremo più costretti, ad acquistare un prodotto nuovo se quello vecchio è danneggiato. A tutto vantaggio dell’ambiente e delle nostre tasche. In questo modo, entro il 2030, avremo evitato di rilasciare nell’atmosfera circa 46 milioni di tonnellate di CO2. In media le famiglie risparmieranno circa 150 euro l’anno ed eviteremo il consumo di circa 150 milioni di tonnellate di petrolio. I vantaggi che ricadranno sulla bolletta vedranno uno sgravio di costi che, in media, dovrebbe aggirarsi intorno ai 285 euro l’anno.
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