Nel XVI secolo, a Venezia, i grandi maestri della pittura attuano una svolta artistica che si diffonde a livello internazionale. Utilizzando pennellate vigorose tramite un pigmento cromatico vibrante di luce, rendono il colore lo strumento principale per realizzare le loro opere, il cromatismo caldo e brillante, con tutte le sue infinite sfumature sostituisce il disegno preparatorio. Nasce una nuova tecnica detta “Tonalismo”. E proprio di questa grande innovazione ha trattato Stefania Ponti, esperta di storia dell’arte, nel suo ultimo Webinar su Spazio50.
Venezia, città del colore e della luce, attraverso la sua bellezza e il suo splendore, da sempre ha formato, ispirato e conquistato artisti e letterati locali e stranieri.
Giovanni Bellini eleganza e raffinatezza esecutiva
Nel XV secolo, il pittore Giovanni Bellini, detto il Giambellino, giocò un ruolo determinante nella formazione del nuovo linguaggio artistico. Fu un maestro esemplare, al quale ispirarsi. Gli artisti del suo tempo, che frequentavano il suo atelier, subirono una profonda influenza dettata dalle sue scelte estetiche.
Allievi, seguaci e collaboratori appresero la sua maniera artistica ed elaborarono un modus operandi che divenne l’orientamento collettivo per una vasta cerchia di pittori di quel tempo. Furono ispirati dalla tipica eleganza e raffinatezza esecutiva che contraddistingueva le produzioni artistiche del maestro.
La bottega del Giambellino
La bottega del Giambellino si deve considerare una vera e propria scuola, chi la frequentava, per elaborare il proprio dipinto aveva a disposizione e utilizzava i cartoni preparatori del maestro. È in questo modo che lo stile e i canoni estetici del Bellini ebbero una sconfinata diffusione.
Il Giambellino è da considerarsi una guida per le generazioni future, la sua fu una lezione indispensabile, che nel XVI secolo si unì e si fuse alla nascente pittura tonale.
Un originale stile pittorico
Il Tonalismo fu un originale stile pittorico, una tecnica innovativa che sperimentarono Tiziano e Giorgione, modulando i rapporti tra luce e colore. Alla base della ricerca vi era l’uso dei colori, con le loro molteplici sfumature, che venivano modulate nelle infinite variazioni e nei loro rapporti tra luce e croma. Croma e luce, si intrecciavano in un incastro tra luminosità e colore come in una trama e ordito. Si raggiungeva, così, quella tessitura a macchie, composta da tinte fredde e dolci.
Non più netti contorni per definire le forme ma un effetto sfumato che rendeva maggiormente veristica la visione d’insieme. Una nuova e diversa stesura del colore, tono su tono in velature sovrapposte, attraverso la quale si raggiungeva una realistica morbidezza della materia e un maggiore effetto plastico.
Il colore e l’importanza del paesaggio
Il colore divenne lo strumento principale per la realizzazione dell’opera, il caldo e brillante cromatismo, con tutte le sue infinite sfumature, sostituiva il disegno preparatorio.
L’uso della luce dorata modellava le figure e le rapportava al paesaggio ormai divenuto il principale protagonista delle composizioni. L’aspetto paesistico assunse un ruolo rilevante, divenne il soggetto centrale, una presenza atmosferica e cromatica importante quanto la figura umana.
“Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”.
Chiuse il secolo Iacopo Robusti detto il Tintoretto, che si lasciò alle spalle una stagione rinascimentale feconda e ricca di novità ed esiti notevoli.
La sua comparsa nel panorama artistico veneziano trasformò in modo sostanziale gli intenti dei suoi predecessori. La sua fu un’arte di forte impatto visivo che emozionava e turbava lo spettatore. Furioso era il suo tocco, Giorgio Vasari lo definì “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”. Oltre alla sua maestria nel muovere la luce nelle zone d’ombra per raggiungere la giusta intensità cromatica, la sua grande abilità si rintraccia nella costruzione di scenografie imponenti e di invenzioni spettacolari che precorrono l’epoca barocca.
L’influenza della scuola veneta nella pittura europea
La scuola veneta nel XV e XVI secolo, attraverso l’operato di Giovanni Bellini, Mantegna, Giorgione, Tiziano, Veronese e Tintoretto, tutti autori di capolavori inestimabili, offrì al mondo dell’arte una lezione fondamentale.
Eccezionali ideatori, artefici di una vera e propria svolta artistica, che si diffuse non solo a livello nazionale ma valicò i confini d’Oltralpe. Velazquez, Turner, Manet in epoche e territori diversi, furono folgorati dagli esiti dei grandi maestri italiani, ne carpirono la tecnica, le novità e le invenzioni. Luminosità, morbidezza, armonia, pennellate vigorose, pigmenti cromatici vibranti di luce rappresentarono le conquiste da imitare e dalle quali farsi ispirare.
È possibile rivedere la registrazione del Webinar Il trionfo del colore: Mantegna, Bellini, Giorgione, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Velázquez. L’influenza della scuola veneta nella pittura europea collegandosi al seguente link.
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