Uno studio di tre università conferma scientificamente quanto l’esperienza ci ha sempre mostrato. Ovvero che il sostegno dei nonni migliora la salute, in particolare quella mentale, delle madri.
Non che servisse lo studio recente di cinque ricercatori universitari degli atenei di Helsinki in Finlandia, Tilburg in Olanda e Umeå in Svezia perché lo sapessimo, ma una “certificazione” scientifica basata sull’analisi del comportamento di quasi mezzo milione di madri finlandesi non lascia adito neppure ai dubbi dei più scettici. Denominata “Sostegno dei nonni e depressione materna” questa ricerca, pubblicata sulla rivista Population Studies – A Journal of Demography, parte da diversi dati acquisiti nel tempo dagli studiosi, ma che è sempre bene ricordare durante il nostro vivere quotidiano.
La ricerca
In primis il fatto generale che il sostegno degli altri protegge le persone dalla depressione, poi che le madri tendono ad assumersi una maggiore responsabilità nella cura dei figli rispetto ai padri e che subiscono maggiori penalizzazioni in termini di reddito e attività lavorativa derivanti dall’avere figli. Infine che l’età più giovane dei nonni, la non occupazione, la buona salute, la vicinanza geografica e la stabilità economica portano a un aumento del sostegno da loro offerto a figli e nipoti.
Il team coordinato da Niina Metsä-Simola dell’Istituto di Helsinki per la demografia e la salute della popolazione ha esaminato i comportamenti delle mamme finlandesi, sia sposate che single, con figli di età inferiore ai 12 anni, durante i circa tre lustri. Lo scopo era valutare «se ci sono differenze nella depressione materna in base alle caratteristiche dei nonni, se queste differenze sono più pronunciate tra le madri separate rispetto a quelle non separate, e se e come le caratteristiche dei nonni moderano le traiettorie depressive intorno al momento della separazione».
I nonni giovani, in buona salute e vicini aiutano di più
Misurando la depressione in base all’acquisto di farmaci e alle cure ospedaliere e specialistiche a essa correlate (farmaci e cure che in Finlandia devono essere prescritte da clinici e sono rimborsate dalla loro efficientissima assistenza sanitaria universale), gli studiosi hanno dimostrato che l’uso di antidepressivi è più frequente con genitori o suoceri più anziani, deboli economicamente, in cattive condizioni di salute, che non vivono insieme o vicino. Inoltre tale consumo è maggiore in ogni situazione da parte delle madri separate, che hanno più spesso genitori o suoceri non conviventi (separati, vedovi o mai convissuti), rispetto a quelle che non lo sono.
Sono dati facilmente comprensibili, anche perché spesso questi nonni “fragili” hanno la necessità di essere assistiti dalla figlia o dalla nuora, fattore che aggiunge ulteriore stress a quello della cura del bambino, specie se non si è supportate da un compagno convivente. La conoscenza del rapporto diretto tra le caratteristiche dei nonni (il cui sostegno è già di per sé influente sulle intenzioni di procreazione) e la depressione materna è importante perché l’aumento dell’aspettativa di vita, abbinato a quello dell’età a cui si ha il primo figlio, porterà in un futuro prossimo ad avere un numero elevato di bambini con nonni anziani e fragili. Bambini che, secondo i risultati della ricerca, avranno più probabilità di altri di avere madri depresse, con i ben noti esiti avversi per il loro sviluppo educativo ed emotivo.
I nonni pilastro delle famiglie
Lo studio scandinavo-tedesco conferma perciò che i nonni rappresentano un pilastro fondamentale del tessuto familiare, che il loro sostegno va spesso oltre quello di una semplice figura parentale ausiliaria e che, in particolare per le mamme, assume un’importanza determinante, a partire dalla tutela della loro salute mentale. Appurare anche scientificamente che il sostegno di genitori e suoceri (o ex tali) è di inestimabile valore per le madri, soprattutto per quelle single, e diventa per gli anziani un ulteriore stimolo a offrire la propria disponibilità e vicinanza per occuparsi della cura dei bambini e il proprio coinvolgimento nella vita dei loro figli e nipoti, grazie anche a uno stile di vita che permetta loro di mantenersi in salute ed efficienza.
Il fatto che lo studio sia stato condotto in Finlandia, dove i servizi sanitari, sociali, di assistenza all’infanzia e di istruzione a basso costo, nonché quelli di assistenza e cure a prezzi accessibili per gli anziani, sono particolarmente efficienti, lo rende più cogente in Paesi come il nostro, le cui strutture sono valide solo a macchia di leopardo e, in generale, meno organizzate.
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