Non ci sono più le mezze stagioni. Il luogo comune, almeno per la primavera, si è trasformato in realtà. A causa del lockdown siamo in sostanza passati dall’autunno all’estate senza quasi rendercene conto. Potrebbe essere un problema per la pelle, perché è mancata la gradualità dell’esposizione al sole.
Quali accortezze allora dobbiamo usare per questa estate arrivata così all’improvviso, dopo mesi di quarantena? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Martella, presidente dell’Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA).
Dalle tenebre alla luce. Forse l’espressione è un po’ esagerata, ma rende l’idea. Siamo passati dall’isolamento domestico alle vacanze al mare senza soluzione di continuità. Che ripercussioni possono esserci sulla pelle?
Il problema è reale. Me ne sono accorto io stesso nella mia pratica quotidiana. Il fatto di aver trascorso due mesi in casa senza la normale esposizione alla luce potrebbe avere interferito con la corretta melanogenesi, il processo di produzione della melanina. Appena ripresa la normale attività lavorativa ho notato un maggior numero di casi di scottature solari. C’è chi si è scottato prendendo il sole sul balcone di casa durante il lockdown oppure chi, per la voglia di uscire di casa e prendere il sole, si è esposto alle radiazioni senza le accortezze necessarie.
Si riferisce alla crema solare?
A differenza di quanto si crede, le creme solari non sono le uniche misure protettive efficaci. Secondo le linee guida internazionali la prevenzione si basa su tre misure di fotoprotezione, tutte ugualmente importanti. La prima: stare all’ombra. La seconda: indossare cappello, occhiali da sole e indumenti coprenti. La terza: usare le creme solari.
Parlando di creme, quali e come vanno usate?
Le persone over 50 devono proteggersi in modo particolare perché la loro pelle ha accumulato danni nel tempo. Si tratta di soggetti che potrebbero mostrare segni di fotodanno cronico, più esposti al rischio di tumori cutanei. Per questo è consigliato un fattore protettivo alto di 50 o 50+. È importante però anche il modo in cui si usa la crema, a partire dalla quantità. Si ritiene che la quantità ideale sia di 2 milligrammi per centimetro quadrato. In genere la superficie totale esposta al sole è di 1,8-2 metri quadrati, il che significa che dovrebbero esser utilizzati ogni volta 30 grammi. Regola che non viene mai rispettata. La domanda più ricorrente che mi sento fare è: «Dottore, la crema dell’anno scorso è ancora efficace?». Se la confezione non è stata esaurita, vuol dire che le quantità applicate sono state insufficienti.
Ci sono differenti indicazioni per maschi e femmine?
Non direi. Nei maschi però bisogna fare attenzione al cuoio capelluto nel caso di calvizie. La testa è una zona sensibile ed è facile riscontrare a volte discronie, macchie più scure che devono essere controllate perché possono evolvere in carcinomi. Il consiglio è di usare un cappello.
L’uso dei gel disinfettanti può avere controindicazioni al mare?
I gel consigliati per ridurre il rischio di contagio hanno una percentuale di alcol del 70%. Usandoli più volte durante il giorno possono dare origine a dermatiti sulle mani che al mare possono peggiorare infettandosi. Per ovviare a questo problema è consigliabile usare delle creme idratanti per lenire il rossore causato dal gel.
Le persone che hanno avuto una malattia delle pelle possono prendere il sole?
Dato che all’origine di un melanoma può esserci una scottatura solare durante l’infanzia, i pazienti temono di non poter mai più andare al mare. In realtà possono andarci rispettando le regole della prevenzione valide per tutti. Soprattutto evitando di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata. Spesso si sente dire che il sole fa male. In realtà siamo noi che lo “usiamo” in maniera sbagliata.
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