Argento, oro, titanio. Mancava poco al platino. La storia d’amore tra la regina Elisabetta II e il principe Filippo ci offre lo spunto per riflettere sul “segreto” delle storie d’amore longeve.
Le nozze di platino si festeggiano per i 75 anni di matrimonio, loro sono arrivati a 73 lo scorso 20 novembre, all’età di 94 anni lei e 99 lui. La loro unione ha resistito a tutto: scandali, lutti e crisi politiche. E la ragion di stato spiega solo in parte il successo della loro relazione. C’è stato dell’altro: ironia, complicità, rispetto reciproco e anche una salute di ferro, una fortuna toccata a entrambi.
La lunga storia d’amore tra la regina di Inghilterra e il duca di Edimburgo ci ha offerto lo spunto per riflettere sul “segreto” delle storie d’amore longeve. Qual è la formula magica per una relazione di coppia duratura?
Ne abbiamo parlato con Costanza Marzotto, psicologa e mediatrice familiare, già docente di Teorie e tecniche della mediazione familiare e di Psicologia sociale della famiglia all’Università Cattolica di Milano.
Professoressa, cominciamo dal dato anagrafico. C’è un motivo per cui spesso entrambi i membri di una coppia sono longevi? Il matrimonio (o la convivenza) allunga la vita?
«Di questo tema si sono occupati molti studi. Ci sono dati statistici che confermano la probabilità di vivere più a lungo se si ha accanto un partner. E il fenomeno è piuttosto comprensibile. Uno dei principali problemi della solitudine è il rischio di avere una salute più fragile».
La vita di coppia ha un potere che potremmo definire “bonificante”.
«Il fatto di avere accanto un’altra persona è una risorsa preziosa per diverse ragioni. Sia perché si può contare su un aiuto pratico reciproco, sia perché in caso di malattia si è più motivati a combattere e a guarire per poter tornare dal proprio partner di vita. E poi la relazione è di per sé una fonte di benessere perché è qualcosa che dà un senso alla propria vita e che restituisce una identità».
Se è così benefico il rapporto di coppia, ci dica allora come si fa a farlo durare?
«Secondo la mia esperienza, sia personale che professionale, una delle chiavi per restare insieme a lungo è il rispetto reciproco della diversità. Ho visto molte coppie rovinate dal “mito dell’anima gemella”, ossia dalla convinzione di aver trovato una persona con gli stessi interessi, opinioni, modo di comportarsi. In questi casi, quando poi si scopre che non è così e che nella coppia ci sono delle differenze sostanziali, la relazione entra in crisi. È invece fondamentale valorizzare le diversità, nei ruoli famigliari, negli atteggiamenti, nelle passioni. Perché la diversità arricchisce la coppia mentre il tentativo di omologarsi l’uno all’altra porta spesso alla fine di un’unione».
Qual è quindi il suo consiglio per coltivare una lunga storia d’amore?
«Riconoscere le differenze e apprezzarle è un passo importante. Soprattutto dopo tanti anni di convivenza. Nella vecchiaia se si diventa più flessibili e ci si adatta, tanto per fare un esempio, a vedere un film di fantascienza che piace solo a uno dei due coniugi, il rapporto si arricchisce di esperienze nuove. Il che è un bene soprattutto in una fase della vita generalmente meno ricca di stimoli. Ma c’è anche un’altra attività molto utile a mantenere in salute la coppia, ossia parlare della relazione».
Cosa intende? A nessuno piace sentirsi dire frasi del tipo “dobbiamo parlare del nostro rapporto”…
«Infatti non è questo che intendo. La cosiddetta metacomunicazione, ossia parlare con il partner del proprio rapporto, non significa mettersi ad analizzare nel dettaglio la relazione, ma imparare a condividere con il proprio partner sia le condizioni di disagio che di felicità. Basta per esempio ogni tanto commentare qualcosa che si è fatto insieme, chiedendosi semplicemente “come è andata?”. Le coppie anche giovani lo fanno molto raramente. Invece commentare le esperienze di coppia cercando di guardare le cose da un punto di vista esterno è un esercizio utile e ricco di spunti anche per altri contesti. Significa prendersi cura della relazione».
Ci sta dicendo che non basta prendersi cura l’uno dell’altra, bisogna concentrarsi anche sulla relazione stessa?
«È esattamente così. Uno più uno fa tre. La relazione è il terzo elemento della coppia che deve entrare in gioco. Per questo è importante celebrare gli anniversari di nozze o di fidanzamento. I riti attribuiscono un valore in più all’oggetto della celebrazione che in questo caso è la relazione stessa».
Torniamo alla regina Elisabetta e al principe Filippo. È stato detto più volte che uno dei punti di forza della loro unione sia stata l’ironia…
«L’ironia è importante perché, per tornare al discorso di prima, permette quel distacco che fa vedere le cose da un’altra prospettiva. Le coppie che durante il lockdown si sono dette scherzandoci su “Chissà se ci sopporteremo!”, “Sarà dura!” o “Resisteremo?!” hanno dato una marcia in più al rapporto. Certo l’ironia deve essere sempre rispettosa, mai offensiva».
Ci dica la verità: le storie d’amore durano per sempre solo nelle favole?
«Ovviamente, no. E ci sono molte coppie felici a dimostrarlo. Ma quel che le favole non dicono è che una lunga storia d’amore si costruisce sin dall’inizio e va rinnovata più volte. Tutti gli elementi che abbiamo elencato finora, la valorizzazione delle peculiarità del partner, la cura della relazione, la capacità di osservarsi come coppia, non si possono mettere in campo solo da vecchi. La relazione va curata dall’inizio alla fine. Un buon modo per mantenere vivo un rapporto nella terza età, per esempio, è sentirsi appartenenti a una comunità più ampia. Iscriversi a una scuola di cucito, a un corso di filosofia, fare del volontariato, non necessariamente insieme. Tutto ciò porta dentro la coppia delle novità che arricchiscono la vita a due».
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