Lo studio annuale del Centro Italiano Studi sulla Famiglia (CISF) analizza il rapporto tra famiglie italiane e abitazione, evidenziando il ruolo economico e sociale della casa e le difficoltà abitative di una parte della popolazione.
Il Centro Italiano Studi sulla Famiglia (CISF) ha pubblicato il suo Report annuale, focalizzato quest’anno sul tema “Case e città a misura di famiglia“. Lo studio, frutto di oltre trent’anni di osservazione della famiglia nella società italiana, approfondisce il legame sempre più stretto tra la vita delle persone, la loro famiglia e la casa in cui vivono.
L’abitazione viene analizzata non solo come bene economico, ma anche come spazio di affetti, intimità e simbolo del “fare famiglia”.
La duplice natura della casa
Lo studio evidenzia la duplice natura della casa: da un lato, un bene economico, un investimento e fonte di profitto, soggetto a tassazione; dall’altro, un elemento fondamentale del “bene comune”, strumento per garantire il diritto di cittadinanza. Inoltre, il report sottolinea il valore intrinseco della casa, che va oltre l’aspetto puramente economico, trasmettendo valori e rafforzando i legami familiari.
Più case di proprietà
L’indagine, basata su un’analisi originale di 1.600 famiglie italiane intervistate ad aprile 2024, rivela che circa l’80% dei nuclei familiari italiani vive in una casa di proprietà, una percentuale significativamente alta rispetto agli altri paesi europei. Questa scelta implica un impegno economico a lungo termine, con risparmi che spesso vengono sottratti alle spese correnti.
“La casa ti rimane”, è la logica che spinge molte famiglie a questo investimento, considerandolo una forma di protezione per il futuro e un mezzo per la trasmissione intergenerazionale del patrimonio.
Un investimento intergenerazionale
Il supporto familiare gioca un ruolo fondamentale nell’acquisto della casa. Oltre la metà delle famiglie intervistate ha ricevuto un aiuto dai parenti: il 37,4% un sostegno parziale, il 14,9% un aiuto integrale per l’acquisto. Solo il 47,7% ha acquistato la casa autonomamente, percentuale che scende drasticamente tra i giovani sotto i 44 anni, dove l’aiuto familiare supera i due terzi. Questo evidenzia una forma di solidarietà intergenerazionale, dove il risparmio dei genitori viene investito nel futuro dei figli, creando un contrappunto alla distribuzione delle risorse pubbliche, spesso più concentrate sulle generazioni adulte e anziane, a scapito dei giovani.
“Il crescente debito pubblico è l’esempio di un sistema sociale che non riesce a smettere di ‘spendere oggi più di quello che ha’, rimandando il pagamento alle generazioni future”, si legge nel report. Al contrario, l’investimento nella casa rappresenta un atto di responsabilità intergenerazionale.
Il rovescio della medaglia
Tuttavia, la situazione non è omogenea. Il report evidenzia le difficoltà di accesso alla casa per i giovani provenienti da famiglie con scarse risorse economiche. Negli ultimi tre anni, oltre il 30% delle famiglie italiane ha avuto bisogno di aiuto economico per sostenere i costi dell’abitazione (27,4% occasionalmente, 4,4% molto spesso). Per queste famiglie, la casa, invece di essere un elemento di protezione, diventa una fonte di povertà. I dati Istat del 2022 confermano questo quadro, indicando che il 5,2% delle famiglie italiane si trova in una situazione di grave deprivazione abitativa. Anche i dati Caritas, riportati nel report, mostrano che oltre un quinto degli utenti accolti dai Centri di ascolto nel 2023 (oltre 260.000) manifesta problematiche di povertà abitativa.
Il significato di “casa”
Il report CISF del 2024 rivela anche la percezione della casa da parte delle famiglie: alla domanda “Cosa significa per te la parola casa?”, le risposte più frequenti sono state “famiglia” (28,6%), “sicurezza” (15,8%), “rifugio” (15,3%) e “comfort” (14,9%). Solo una piccola percentuale ha espresso connotazioni negative, associando la casa a “prigione” (0,7%) o “costo” (0,4%).
Il report, nella sua edizione annuale, sottolinea la necessità di ripensare i confini tra pubblico e privato, tra casa e società, per garantire un accesso all’abitazione dignitoso per tutti. E la casa, con i suoi confini, fisici e simbolici, rappresenta un microcosmo della società: una gestione che dovrebbe far riflettere sui valori di inclusione e solidarietà.
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