Un po’ di miele sciolto nel latte caldo, nella camomilla o nel tè oppure preso a cucchiaiate direttamente dal vasetto. Curare la tosse e il raffreddore alla vecchia maniera, quella suggerita dalle nonne, non è affatto una cattiva idea. In presenza di un banale malanno stagionale, e non di infezioni più gravi (di questi tempi è meglio specificarlo), l’alimento prodotto dalle api funziona davvero.
Lo dimostra uno studio appena pubblicato su BMJ Evidence Based Medicine, l’autorevole rivista britannica che come dice il titolo seleziona gli studi di medicina basati su prove evidenti. E nel caso del miele sono state trovate prove convincenti a sostegno della sua efficacia. Secondo gli autori dello studio il rimedio della nonna sarebbe da preferire addirittura ai prodotti venduti in farmacia perché in grado di calmare i sintomi delle infezioni delle vie aeree superiori più rapidamente rispetto a sciroppi o antistaminici.
Un rimedio utile a ogni età
Non è la prima volta che il miele viene apprezzato dalla medicina ufficiale come sedativo per la tosse. Gli studi precedenti però riguardavano i bambini e suggerivano ai pediatri di prescrivere il “rimedio della nonna”, piuttosto che i farmaci in commercio evitando del tutto gli antibiotici. Tanto più che nella stragrande maggioranza dei casi le infezioni che scatenano tosse, naso intasato e mal di gola sono di origine virale e non batterica.
Ora la nuova ricerca promuove il miele come vera e propria terapia a tutte le età. Dall’analisi dei risultati di 14 studi che hanno coinvolto in tutto 1.700 persone è emerso infatti che chi si cura il raffreddore con il miele guarisce in media uno o due giorni prima di chi assume i medicinali acquistati in farmacia. Risparmiando soldi ed evitando effetti collaterali.
Manca solo un’ultima conferma
Per potersi meritare appieno il titolo di “terapia anti raffreddore” il miele deve però superare ancora l’ultima prova definitiva, quella che viene richiesta a tutti i farmaci prima di venire considerati tali. Il miele deve cioè dimostrare di essere superiore a un placebo. Le sue proprietà antinfiammatorie sono ben documentate e sappiamo anche che è capace di fluidificare il muco accelerando la liberazione delle vie respiratorie. Ma sa fare tutto questo meglio di un placebo? Non ci sono ancora sufficienti studi che lo abbiano dimostrato. Nel frattempo però alcune certezze restano. La prima è che il miele è sicuramente da preferire agli antibiotici che, anzi, ricordano i ricercatori, sono vivamente sconsigliati.
«Poiché la maggior parte delle infezioni del tratto respiratorio superiore sono di natura virale, la prescrizione di antibiotici è sia inefficace che inappropriata. Tuttavia, la mancanza di alternative efficaci, così come il desiderio di preservare il rapporto medico-paziente, contribuiscono entrambi alla prescrizione eccessiva di antibiotici», scrivono i ricercatori. Dato che l’uso inappropriato di antibiotici favorisce l’insorgere dell’antibiotico-resistenza, i ricercatori vedono nel miele la soluzione ideale per scoraggiarne la prescrizione eccessiva. Il miele è economico, facilmente accessibile e ben visto dai pazienti che probabilmente lo usano regolarmente come rimedio casalingo. Il dottore, insomma, non deve far altro che confermare quel che le “nonne” già sanno da tempo.
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