È ormai noto come il movimento aiuti i pazienti reduci da infarto a recuperare la loro salute fisica, migliorandone la qualità della vita. Un efficace programma di riabilitazione, unito a cure mirate, permette un graduale recupero fisico e mentale. Grazie allo sport infatti si possono tenere sotto controllo tanto la pressione quanto la glicemia e i livelli di colesterolo nel sangue. Senza contare che questo aiuta a produrre endorfina.
Le terapie secondarie per prevenire il ritorno di un infarto
Oggi sappiamo con certezza che un’attività fisica svolta per almeno 150 minuti a settimana, con una frequenza cardiaca moderata, permette un rapido recupero ed ha un’efficace funzione di prevenzione. Questi obiettivi sono più facilmente raggiungibili se si aggiunge il controllo di altri fattori di rischio: fumo, ipertensione, eccesso di colesterolo e sovrappeso.
Cambiare stile di vita: la dieta è può facile in coppia
Certo, non è facile cambiare da soli il proprio stile di vita. A volte la pigrizia e il richiamo delle vecchie abitudini possono giocare brutti scherzi. Così, può accadere che dopo un periodo iniziale di entusiasmo, ci si ritrovi demotivati e pronti a mollare tutto, compromettendo la riabilitazione. Ora uno studio presentato all’ultimo congresso dell’European Society of Cardiology, tenutosi recentemente, dimostra l’importanza dell’aiuto di coppia nel prevenire il ritorno dell’infarto.
Uno studio sull’efficacia della terapia post infarto
I ricercatori dell’Amsterdam University of Applied Sciences hanno analizzato 824 pazienti ex infartuati. Il campione è stato diviso in due gruppi casuali. Un gruppo era composto da persone trattate con le cure tradizionali, un altro con soggetti che – in aggiunta a tali terapie – seguivano interventi che miravano ad un cambiamento nel loro stile di vita. Al termine dello studio, i ricercatori hanno riscontrato che i partecipanti del secondo gruppo, con un partner che partecipava attivamente al perseguimento degli obiettivi, mostravano quasi il doppio delle possibilità di ottenere una reale diminuzione di peso.
L’importanza del contributo del partner
Visti i risultati la stessa Lotte Verweij, curatrice dello studio, ha affermato: «Le coppie hanno spesso stili di vita simili e cambiare le abitudini è difficile quando solo una persona sta facendo lo sforzo. Entrano in gioco questioni pratiche, come fare la spesa, ma anche sfide psicologiche, in cui un partner può aiutare a mantenere la motivazione». Il contributo del partner peraltro si è dimostrato meno incisivo nella decisione di smettere di fumare o di aumentare l’attività fisica. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che – in questi ambiti – contano maggiormente motivazioni più personali.
Ancora una volta si è dimostrato che la condivisione e la solidarietà, se realmente applicate, sono due risorse fondamentali nella coppia. Anche per difendere la salute del cuore e delle arterie.
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