Tra le specie marine più velenose che esistano, il pesce palla sta colonizzando anche l’Adriatico a causa del riscaldamento globale. Una notizia certamente preoccupante visto che si tratta di una specie aliena molto velenosa.
L’ultimo esemplare pescato era lungo più di 50 cm e pesava oltre 1 chilo. A prenderlo all’amo due pescatori nella baia di Medulin, nel sud dell’Istria. Non è la prima volta che il pesce palla viene avvistato e pescato nell’Adriatico. Una presenza “aliena” pericolosa visto il potente veleno di cui dispone.
Allarme pesce palla, avvistato in Istria, il limite più a nord
Il Lagocephalus sceleratus – questo il nome scientifico del pesce palla argenteo – è entrato nel Mar Mediterraneo solo di recente, attraverso il canale di Suez. Da qualche tempo, infatti, è diventato fin troppo facile trovarlo lungo le coste di Egitto, Cipro, Grecia, Libano, Israele e Turchia. Ora, però, il pesce palla si è diffuso anche nel Mar Adriatico. Il ritrovamento sulle coste dell’Istria è quello più a nord sinora registrato. I numeri fanno pensare che questa specie, pericolosa per tutti (pesci, pescatori e turisti), si sia ormai sistemata in modo stabile.
Nel 2013 il primo esemplare pescato in Italia
Il primo esemplare fu pescato nel nostro Paese nel 2013 a Lampedusa. Da allora – come ha sottolineato l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che lo studia insieme al Cnr – altri esemplari sono stati catturati nel canale di Sicilia, nel Mar Adriatico e in Spagna. Nel 2016 questa specie è stata catturata nelle acque vibonesi, nel Comune di Briatico, in Calabria. Ma già due anni prima, nel 2014, un esemplare era comparsa a Trani, in Puglia.
Perché il pesce palla è pericoloso per l’uomo
Il pesce palla è una specie altamente tossica al consumo. Persino con la cottura non si può neutralizzare il suo veleno. Pertanto, non può neppure essere mangiato dal momento che la tetradotossina è cento volte più potente del cianuro. Se non bastasse, ha un morso devastante, in grado di amputare dita, sbriciolare carapaci e persino rompere le reti dei pescatori. Quest’ultimo è un altro dettaglio da non trascurare, perché oltre al potenziale pericolo per i turisti, rischiano di produrre danni al settore ittico.
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