Il peperoncino è una tra le spezie più usate nelle cucine di tutto il mondo. Elemento imprescindibile di molte pietanze, giunge in Europa nel 1493: a portarlo Cristoforo Colombo di ritorno dall’America.
Non tutti, però, sanno che il peperoncino fa bene al cuore. E fa bene anche al cervello. Lo dice la scienza. Lo dimostrano numerosi studi condotti – negli anni – da alcune delle più prestigiose cliniche e università del mondo. Anche in Italia, la Fondazione Veronesi ha pubblicato una ricerca sul tema. E i dati di quest’ultimo studio dimostrano che consumare frequentemente il peperoncino riduce il rischio di morte per cause cardiovascolari.
La ricerca del Dipartimento di medicina della Cleveland Clinic
Mangiare il peperoncino, o più in generale “mangiare piccante” – in maniera frequente – fa bene? A questa domanda risponde l’equipe di Manpreet Kaur, del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare della Cleveland Clinic (Ohio). La ricerca pubblicata sull’American Journal of Preventive Cardiology presenta le analisi dei dati di oltre 570.000 soggetti provenienti dalle varie parti del mondo. All’interno della popolazione presa in esame, anche una cospicua percentuale di italiani: tra i campioni figurano 22mila abitanti del Molise.
In tutti sono state analizzate le condizioni di salute in un arco temporale di cinque anni, tra il 2005 e il 2010. Con quale frequenza il campione consuma il peperoncino? La ricerca divide i soggetti tra coloro che ne fanno uso una volta a settimana e coloro che mangiano piccante quattro volte ogni sette giorni.
Dai risultati emerge che coloro che fanno un uso “abbondante” di peperoncino vedono ridurre la percentuale di mortalità per problemi cardiovascolari almeno del 13%. E si riduce ancora ulteriormente (-17%) la mortalità per neoplasie. Non solo, diminuisce fino al 22% la probabilità di avere eventi cerebro-vascolari.
Consumare peperoncino riduce il rischio ictus
Anche la ricerca di “casa nostra” dimostra simili risultati. In Italia è la Fondazione Veronesi a raccontare i benefici legati al consumo del peperoncino. Sì perché aiuta a dimagrire e anche per questo fa bene al cuore. Il lavoro, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, è stato condotto come seguito del più ampio studio osservazionale Moli-Sani. A coordinarlo Licia Iacoviello (a capo del dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli) con l’ausilio, tra gli altri, di Maria Benedetta Donati (vicepresidente del comitato scientifico di Fondazione Umberto Veronesi) e di due ex borsiste di Fondazione Umberto Veronesi (Maria Laura Bonaccio e Simona Costanzo).
Con loro i ricercatori del dipartimento di oncologia e medicina molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Università dell’Insubria di Varese e del Cardiocentro Mediterranea di Napoli. Monitorando per oltre otto anni lo stato di salute di quasi 23mila adulti arruolati nello studio Moli-Sani, gli autori sono giunti a dimostrare che, nelle persone che consumavano peperoncino quattro o più volte a settimana, il rischio di morire era più basso. “In maniera particolarmente significativa a causa di un infarto e di un ictus cerebrale”, precisa Bonaccio, prima firma della pubblicazione.
© Riproduzione riservata