«C’è solo una cosa che devi fare: cerca di non cadere». È la raccomandazione che l’attore americano Michael J. Fox si è sentito ripetere in continuazione dai medici dopo l’operazione alla spina dorsale. Nel 2018 la star di Hollywood, con una diagnosi di malattia di Parkinson arrivata quando aveva 29 anni, era appena stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per rimuovere un tumore benigno alla schiena che rischiava di lasciarlo paralizzato.
L’operazione era stata un successo. Ma pochi mesi più tardi l’indimenticabile protagonista della saga Ritorno al futuro cade nella cucina di casa e si rompe il braccio sinistro. Il giorno dopo avrebbe dovuto girare un cameo in un film di Spike Lee. Era l’occasione che aspettava da anni: tornare sul set dopo una lunga assenza a seguito della malattia. Aveva imparato la parte a memoria (un’operazione non banale per chi ha il Parkinson) e si sentiva pronto a fare quello che aveva fatto per anni: recitare.
Con questo episodio Michael J. Fox apre il suo ultimo libro autobiografico, il quarto, No time like the future: An Optimist Considers Mortality, appena uscito negli Stati Uniti. È un vero e proprio inno alla vita quello del 59enne attore canadese naturalizzato statunitense. Un incoraggiamento a guardare sempre avanti anche quando tutto sembra perduto. Come ha fatto lui.
La gratitudine ti rende ottimista
Anche dopo quella sfortunata caduta in cucina che ha rappresentato, come lui stesso ammette, il momento più buio della sua vita, Fox ha trovato validi motivi per gioire della vita. Il segreto del suo ottimismo, spiega Fox nel libro, è la gratitudine. È l’insegnamento che gli ha lasciato il suocero: «Con la gratitudine, l’ottimismo diventa sostenibile».
E la prima cosa di cui Fox è grato è la sua famiglia, la moglie Tracy Pollan con cui è sposato da 32 anni e i quattro figli, Sam (31 anni), i gemelli Aquinnah e Schuyler (25), e la figlia Esmé (19). Tutti i Fox si sono riuniti nella stessa casa in occasione del lockdown condividendo pranzi ed emozioni. “Sono stato grato di avere la mia famiglia al sicuro e riunita”, ha scritto Fox nel libro.
L’addio alle scene
Micheal J. Fox è pronto a dire addio alle scene, con serenità. “Non sento nessuna tristezza. La difficoltà a pronunciare le parole è un problema. L’altra è ricordare le battute. Il mio lavoro come attore non mi definisce più come persona. C’è un tempo per tutto e il mio tempo di dedicare 20 ore al giorno al lavoro e memorizzare sette pagine di dialoghi è passato. Almeno per ora vado in pensione. E se questo segnerà la fine della mia carriera, che così sia”, così ha annunciato nel suo quarto libro di memorie.
L’accettazione, un modo per capire quali sono le cose belle
In una toccante intervista alla BBC, l’attore americano ha spiegato come è riuscito a mantenersi ottimista nonostante tutto quello che ha passato nella vita: il Parkinson, la dipendenza dall’alcol, l’operazione alla spina dorsale, il braccio rotto il giorno del ritorno sul set.
«Se non ti accade mai nulla di negativo – ha detto Fox al giornalista della BBC – non riesci a capire quando ti accadono le cose belle. Tutto sta ad accettare cosa ti porta la vita. Qualunque cosa succeda la devi accettare. Il che non significa che non bisogna tentare di cambiarla. Significa prenderla per quel che è. Hai una malattia, hai questo ostacolo, questa è la realtà. È una questione di accettazione. Ed è la ragione per cui dico che non esiste il futuro. Non c’è il futuro. Il futuro è adesso. Adesso, adesso, adesso. Bisogna stare nel presente e accettarlo. Come io ho accettato il Parkinson. È brutto, è difficile ed è una scocciatura essere diversi. È una scocciatura non riuscire a metterti i calzini la mattina. Ma c’è comunque qualcosa di più nella vita».
E se poi nessuno ridesse più? Il timore di non essere compreso
«A essere onesti la mia più grande paura appena ricevuta la diagnosi è stata pensare che il pubblico, se avesse conosciuto la mia malattia, non sarebbe più stato capace di ridere. È stato davvero un periodo strano della vita, per i primi sette anni l’ho tenuto solo per me. Quando mi sono aperto agli altri sono stati tutti molto comprensivi e il pubblico ha continuato in effetti a ridere e a seguire il mio lavoro», ha dichiarato l’attore.
Come convivere con il Parkinson
«Andare al bagno è un’esperienza esistenziale – ha proseguito Fox -. È davvero una questione di vita o di morte. È veramente molto rischioso. Attraversare una stanza piena di ostacoli è un’avventura. Ci sono così tante insidie. Quando sono caduto in cucina frantumandomi il braccio e sono rimasto sdraiato sul pavimento aspettando l’ambulanza ho pensato fosse la fine. Ma nonostante tutto quello che ho passato sto bene, ho superato il problema alla schiena, sono stato in riabilitazione, ho il Parkinson da trenta anni…».
La Fondazione contro il Parkinson
“Siamo qui fino a quando il Parkinson non ci sarà più”. È il motto della Michael J Fox Foundation, la fondazione presieduta dall’attore statunitense che raccoglie fondi per la ricerca sul Parkinson. Il budget raggiunto finora da destinare alla scienza ha superato 1 miliardo di dollari. «Ho cominciato a parlare con gli esperti che mi hanno detto che la scienza è in anticipo sui soldi. Noi sappiamo di più di quel che possiamo pagare. Capiamo di più di quel che possiamo ottenere concretamente. Ho pensato di poter coinvolgere persone abbienti che avevano voglia di aiutare a risolvere il problema. Così abbiamo dato vita alla fondazione ed è stata una cosa fantastica», ha commentato Fox
Il primo tatuaggio a 58 anni: la storia di un incontro speciale
Non è mai troppo tardi per un tatuaggio. All’età di 58 anni l’interprete di Marty McFly di Ritorno al futuro si è inciso sul braccio una tartaruga marina che attraversa cinque cerchi concentrici. È una lunga storia, aveva detto Fox in un post su Instagram mostrando ai fan il suo tatuaggio appena fatto. Nel suo ultimo libro la storia ci viene raccontata. Diverso tempo dopo aver ricevuto la diagnosi di Parkinson nel lontano 1999, mentre nuotava alle Isole Vergini, la notte di capodanno venne affiancato da una tartaruga marina. L’animale aveva ferite visibili sul corpo, i segni di un morso sulla pinna e una cicatrice sul muso. I due hanno nuotato insieme per un po’. “Deve averne passate tante”, aveva pensato Fox in quel momento. Molti anni più tardi l’attore si è rivisto in quell’animale ferito ma ancora tenacemente deciso a continuare a nuotare, ad andare avanti. I cinque cerchi rappresentano le 5 decadi di vita che Fox ha attraversato finora. È una bella storia.
(Foto Apertura: drserg/Shutterstock.com)
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