Quando lo scorso ottobre l’Accademia di Svezia ha proclamato Louise Elisabeth Glück quale vincitrice del Nobel per la Letteratura, pochi in Italia potevano vantarsi di conoscerne l’opera. Nessuno dei grandi editori, infatti, possiede in catalogo un solo lavoro di questa poetessa statunitense. Neppure una copia di quello che, fino ad oggi, era considerato il suo capolavoro, L’iris selvatico, con cui aveva vinto il Pulitzer nel 1993.
Nata nel 1943 a New York, Louise Elisabeth Glück è stata premiata “per la sua inconfondibile voce poetica – si legge nella motivazione – che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.
In particolare, la sua raccolta poetica, Averno, è considerata dalla Commissione “una raccolta magistrale, un’interpretazione visionaria del mito della discesa di Persefone agli inferi, prigioniera di Ade, il dio della morte”. Un tema che peraltro ricorre anche in un’altra sua opera precedente, ovvero L’iris selvatico, pubblicato in Italia dalla Edizioni Giano.
Nel cuore di Napoli, la rivoluzione di un libraio
Per trovare una copia di Averno, l’unica opera attualmente disponibile in italiano, bisogna fare una passeggiata nel centro di Napoli. È qui che si trova una piccola libreria, sede della Casa Editrice “Dante & Descartes”.
Più che di un negozio si tratta di un circolo culturale, un ritrovo tradizionale e piuttosto noto tra gli appassionati di libri. Il suo fondatore ha 63 anni e si chiama Raimondo Di Maio. Da più di 40 anni porta avanti ciò che definisce “un discorso di qualità sui libri”. Convinto che questa sia la missione di un libraio.
Ma forse più che di missione bisognerebbe parlare di rivoluzione. La sua specialità, infatti, consiste nello scovare e pubblicare autori trascurati, chicche per bibliofili, con la particolarità di un formato piccolissimo (7 x 5 centimetri). Nel suo catalogo figurano nomi ormai celebri come Erri De Luca, Borges, Domenico Rea.
L’intuizione di due vecchi amici e una pioggia di richieste
L’incontro del signor Di Maio con le opere di Louise Elisabeth Glück è quasi casuale. Diverso tempo fa viene a sapere dell’uscita in Spagna di un libro di poesie intitolato come la Porta dell’Ade che gli antichi collocavano proprio vicino Napoli. Averno appunto. A rivelarglielo è un amico, José Vicente Quirante Rives, anche lui un editore. Insieme decidono, quindi, di portare avanti una co-pubblicazione cui fa seguito una presentazione dell’opera a Milano lo scorso febbraio. Poi arriva il lockdown e le attività si fermano o rallentano.
Finché dalla Svezia non arriva la notizia dell’assegnazione del premio. Da quel momento, racconta il signor Di Maio, è stato un susseguirsi di telefonate, anche dei grandi gruppi editoriali. Tutti ora vogliono copie di quell’opera introvabile. Dalle 300 copie vendute della prima tiratura, si è passati così alle oltre 7.000. Ed è solo l’inizio. Ma lui è irremovibile. La sua scelta di favorire nella distribuzione le librerie indipendenti come la sua, lo spinge a rifiutare offerte allettanti.
Le librerie indipendenti e l’ombra della crisi
Le librerie indipendenti sono realtà piccole e medie, disseminate sul territorio, lontane dagli accordi e dalle speculazioni economiche dei grandi gruppi editoriali e di diffusione. Qui l’atout insostituibile è il contatto diretto con il libraio, che diventa nel tempo una figura di fiducia e di scambio culturale. Nello stesso tempo le librerie indipendenti animano la vita culturale e ricreativa del quartiere.
Ma il calo della lettura degli ultimi anni, la concorrenza dei colossi dell’editoria e – in aggiunta – la pandemia, stanno minacciando l’esistenza di molte di queste attività. Nel 2016 anche la “Dante & Descartes” ha rischiato di abbassare le saracinesche. Il proprietario dei locali, infatti, aveva messo in vendita la struttura e così Raimondo e suo figlio Giancarlo – che gestisce una seconda sede in Piazza del Gesù – hanno provato ad acquistare lo stabile attraverso una campagna di crowdfunding, cioè di finanziamento “dal basso”. Purtroppo, la crisi ha comunque portato un doloroso taglio del personale.
Fortunatamente padre e figlio sono ancora lì. Perché, come sostiene lo stesso signor Di Maio: «Ricordo a tutti che avere una libreria in una strada, porta beneficio alla strada intera. Questo penso di poterlo dire con onestà intellettuale». E chi potrebbe dargli torto?
© Riproduzione riservata