Una famosa canzone di Franco Battiato del 1997 rende a parole il significato più profondo di “prendersi cura” di qualcuno. Un ruolo importante per il singolo e la collettività intera che a maggio trova espressione con alcune importanti ricorrenze
L’essere umano è forse la creatura sulla terra che ha bisogno di un più lungo periodo di accudimento per crescere e diventare indipendente. E la “cura”, data e ricevuta, diventa parte della nostra vita di donne e uomini, con nuove sfumature e connotazioni nella terza età. Se non se ne riceve abbastanza i segni rimangono nel corpo e nella psiche e i gesti di cura che abbiamo ricevuto da bambini rimangono indelebili a distanza di tanti anni: la cucina delle nonne, l’abbraccio di una mamma o di un papà, le storie tramandate dai più anziani, l’appoggio di un fratello, il sostengo di un amico. Li abbiamo fatti nostri, ci hanno formato, e hanno segnato per sempre – nel bene o nel male – le persone che siamo.
Proprio la parola “cura”, d’altronde, è un termine incredibilmente resistente, che è arrivato nella nostra lingua direttamente dal latino, con tutte le sue sfumature: dall’attenzione all’amore alla preoccupazione. Una parola, insomma, che ha 24 secoli di storia e che ha un mese che più di altri ne celebra la forza simbolica e materiale: Maggio. Mese Mariano per eccellenza, Maggio è il mese delle rose, in cui tante associazioni e organizzazioni hanno scelto di stabilire le proprie ricorrenze celebrative. Si parte l’8 maggio con la Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, istituita in occasione dell’anniversario della nascita del suo fondatore Henry Dunant per dare un riconoscimento all’enorme sforzo dei volontari in questa organizzazione. Il 12 maggio si celebra poi la Giornata internazionale dell’Infermiere, fissata nel giorno della nascita di Florence Nightingale (1820), fondatrice delle scienze infermieristiche moderne, che inevitabilmente ci porta con la mente all’impegno degli oltre 395mila infermieri italiani, che ogni giorno e ogni notte assistono malati e famiglie nelle strutture ospedaliere, nelle case di riposo e non solo, e hanno avuto un ruolo determinante, a tratti eroico, nelle settimane più buie della pandemia.
Infine, la Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia ad adottare una legge che tuteli la figura dei caregiver e da 13 anni dedica il mese di maggio proprio a chi si prende cura di familiari, parenti e assistiti, organizzando incontri ed eventi gratuiti. Il programma di quest’anno ha come titolo “Rispondere ai bisogni di cura” proprio a simboleggiare la volontà di costruire una nuova dimensione di welfare intercettando tutte le parti sociali. La cura, infatti, non è solo un’attività insita nell’essere umano e un termine di lunghissima data, è anche un concetto che si evolve nel tempo, rispondendo nelle diverse epoche a diversi bisogni e necessità emergenti nella società e negli individui. L’assunto di base per fare bene, come cantava Franco Battiato nella sua stupenda La Cura, è tenere presente che ognuno “è un essere speciale”, con esigenze e peculiarità che vanno rispettate, accompagnate e coltivate come le rose che lo stesso mese di maggio celebra.
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