Rincaro affitti, anche solo per una stanza tasse e spese extra. La vita universitaria lontano da casa, tra bilanci familiari spesso in bilico e la necessità di risparmiare
Se studiare all’università è un diritto, essere studenti universitari fuori sede è una scelta, spesso obbligata, che può avere costi elevati. Quella dei fuori sede è una comunità di quasi 400mila studenti, ognuno dei quali si fa carico di una spesa media annua di oltre 17mila euro, cifra su cui incidono soprattutto le tasse universitarie, l’alloggio, ma anche i trasporti e il materiale didattico (dati: report Universitari al verde, dell’Unione degli Universitari Udu).
La ricerca di un affitto, affidato il più delle volte ai siti di annunci online, dà alle famiglie un’idea delle spese da sostenere. Cercando un affitto per studenti a Roma, si parte da un minimo di 380 euro ad un massimo di 500 euro al mese per una stanza singola, spese condominiali e utenze escluse, in una zona servita dalla metropolitana. Altrimenti a pochi passi dall’Università il prezzo sale, con una forbice che va dai 600 e ai 900 euro di affitto per stanza singola, escluse le spese. Non va meglio a chi studia a Milano, da fuori sede: si va da un posto letto in stanza doppia al costo di 350 euro mensili, a una stanza singola a 700 euro. Come nel caso di Jacopo, studente di Medicina al San Raffaele. «L’affitto è 700 per una stanza, in zona abbastanza centrale. Vivo qui per stare vicino a mio fratello, e prendo i mezzi per andare all’università. La rete metropolitana però è eccellente, e per gli under 26 costa 22 euro al mese. Nel mio budget includo anche i rientri in Sicilia. Prenotando con un paio di mesi di anticipo, pago almeno 150 euro solo andata».
Le spese di uno studente fuori sede
Con tutte le voci di spese che mensilmente si sobbarca uno studente fuori sede, non manca chi cerca di ritagliarsi il tempo per fare qualche ora di lavoro, o chi cerca di risparmiare sui soldi che la famiglia invia mensilmente. «Il mio carico complessivo di spese mensili è di 450 euro – spiega Emanuele, 24 anni di Fossano, che vive nel quartiere romano di Colli Albani -. Ho concordato con i miei genitori che loro pagano tasse e affitto, mentre io mi sono trovato un lavoro a chiamata. Per precauzione». Ha potuto risparmiare invece sul costo dell’affitto la sua collega in Accademia teatrale, Alessia della provincia di Siena. «A Roma ho avuto la fortuna di abitare a casa dei miei zii, a Ostia Antica. Tolto l’affitto, ho la spesa dei mezzi che è di 200 euro l’anno, ed essendo automunita i costi della macchina. A questo vanno aggiunte poi le tasse universitarie. Non ho il tempo di lavorare, ma ho sempre messo da parte 25/50 euro».
Affitto studenti e bonus
Una possibilità di risparmio sull’affitto è il Bonus Studenti Universitari fuori sede previsto dal Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi), che detrae il 19% sulle spese di affitto sostenute. Il rimborso è fino a 500 euro. Per farne richiesta, l’immobile deve essere nel comune dove ha sede l’università e distare almeno 100 km da quello di residenza, o 50 km se si proviene da zone montane.
Ma a incidere sulle spese annuali di uno studente fuori sede sono anche le tasse universitarie, calcolate in base all’Isee. Un metodo di calcolo che include nel reddito effettivo i beni immobili, creando «un meccanismo perverso che aumenta l’Isee in modo ingiustificato – spiega Massimo, papà di una studentessa fuori sede e pensionato -. Pur avendo un solo reddito molto basso, le tasse universitarie sono altissime, perché ho una casa ereditata dai genitori che non riesco a vendere». Gli fa eco Elisabetta, mamma di una studentessa fuori sede a Viterbo: «I miei genitori ci hanno lasciato due case, e così non rientriamo nella soglia massima dei 30mila euro di Isee. Io e mio marito siamo dipendenti, ma paghiamo il massimo delle tasse». E aggiunge: «Almeno noi abbiamo un lavoro, ci sono famiglie in cui i ragazzi devono rinunciare a studiare».
Nel mercato al rialzo che coinvolge gli studenti fuori sede, l’alternativa possono essere le Case dello Studente, a patto che i finanziamenti siano investiti in alloggi pubblici e non solo privati, che «possono arrivare a costare anche 1.000 euro al mese», puntualizza il coordinamento nazionale dell’Udu.
Un diritto allo studio universitario che, per i fuori sede, resta parziale.
© Riproduzione riservata