I centenari sono in aumento in tutto il mondo, Italia compresa. Ma i supercentenari, ossia coloro che vantano il record degli oltre 110 anni di età, sono ancora in minoranza. Un nuovo studio condotto dall’università di Washington, però, offre nuove interessanti prospettive sul futuro e sulla longevità.
Campioni di longevità
La francese Jeanne Calment è morta nel 1997 all’età di oltre 122 anni, mentre l’italiana Emma Morano (all’epoca la donna più anziana del mondo) è deceduta nel 2017 alla veneranda età di 117 anni e 137 giorni. Attualmente il record mondiale di anzianità spetta al giapponese Kane Tanaka con le sue 118 primavere. In un mondo sempre più longevo, l’Italia potrebbe candidarsi a nuovi record. A partire dal piccolo paesino di Perdasdefogu, in provincia di Nuoro, che vanta la presenza di ben 8 centenari su una popolazione di 1740 abitanti .
Alla ricerca del limite estremo della longevità
Uno studio dell’Università di Washington, condotto dal laureando in statistica Michael Pearce, è giunto alla conclusione che, durante tutto il corso di questo secolo, la longevità tenderà a crescere, in maniera lenta ma costante, con un incremento della durata della vita ben in là rispetto ai valori attuali. «Le persone – afferma Pearce – sono attratte dagli eventi estremi dell’umanità, come sbarcare sulla luna o conquistare il record di velocità nelle gare olimpiche. Questa fascinazione non può non riguardare anche il tema della longevità». Il ricercatore, infatti, sostiene che vorrebbero conoscere il limite estremo della longevità umana. E questo suo lavoro è diretto proprio a quantificare la probabilità degli individui di raggiungere differenti età “estreme”, da oggi ai prossimi 80 anni.
Gli strumenti della ricerca
Il team ha utilizzato un particolare modello di ricerca: le statistiche baynesiane. Uno strumento largamente diffuso per prevedere “probabilisticamente l’età massima rapportata alla morte”. Ha poi avuto accesso all’International Database on Longevity del Max Planck Institute (Germania), contenente i dati relativi ai supercentenari di 10 paesi europei – tra cui l’Italia – del Giappone, degli Stati Uniti e del Canada. Risultati alla mano, i ricercatori sono giunti alla conclusione che esiste quasi il 100% delle probabilità che il record attuale dei 122 anni e 164 giorni della supercentenaria Calment venga superato entro il 2100.
Una nuova prospettiva
La probabilità che – nel prossimo ottantennio – un supercentenario raggiunga 124 anni è, infatti, pari al 99%, che arrivi a 126 anni è dell’89%, a 127 anni del 68% e a 128 anni del 44%. Spingendosi ancora oltre, i ricercatori sostengono che sia ancora possibile, ma “molto meno probabile”, ipotizzare un ulteriore aumento della durata della vita fino a 130 anni di età. Infine, concludono sostenendo che sia “abbastanza improbabile” che qualcuno, in questo secolo, possa raggiungere i 135 anni. Sebbene per molti scienziati esista un limite alla longevità, dovuto alle infermità e al deterioramento cellulare, il team dell’Università di Washington, offre un’aspettativa differente.
Supercentenari di ferro
Un dato positivo che emerge dallo studio è che, grazie all’aumento della vita media e ai progressi in campo medico e assistenziale, il tasso di mortalità, oltre una certa età, tende ad appiattirsi. «Chi vive 110 anni – spiega Adrian Raftery, coautore della ricerca – ha le stesse probabilità di vivere ancora un anno, come chi ne ha 114». Questi super centenari, infatti, raggiunto il limite “estremo”, hanno superato le innumerevoli difficoltà della vita, a partire dalle malattie, e dunque “muoiono per ragioni in qualche modo indipendenti da ciò che colpisce le persone più giovani”. Costituiscono, in sostanza, un gruppo ristretto, composto da individui in apparenza fragili, ma estremamente resistenti alle avversità.
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